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Le nozze (blindate) al tempo del coronavirus, ed a ritmo di rock and roll. Lei lodigiana, lui ragusano. L’amore vince su tutto
12 Mar 2020 10:41
E alla fine il matrimonio s’ha da fare. Domenico e Silvia ai tempi del coronavirus, come Renzo e Lucia ai tempi della peste, ieri mattina hanno pronunciato il fatidico “sì” in un’aula consiliare blindatissima di palazzo dell’Aquila, con solo i testimoni e il funzionario comunale a presenziare all’evento. La coppia (lei lodigiana ma da tempo trapiantata nel capoluogo ibleo, lui ragusano), prima dell’emergenza legata al Covid-19, aveva inizialmente programmato la cerimonia per il 21 marzo.
Da Lodi sarebbe arrivata la famiglia di lei, e dopo la cerimonia tutti a festeggiare in una nota sala trattenimenti. Poi lo stop: proprio in provincia di Lodi arriva il virus e dunque l’impossibilità di presenziare al matrimonio. Domenico/Renzo e Silvia/Lucia tentennano ma non si arrendono. Niente più ricevimento e cambio dei testimoni che sono impossibilitati ad uscire fuori dalla zona “rossa”.
Tutto bene dunque? Neanche per idea. Perché nei giorni scorsi, dal Comune fanno sapere alla coppia che proprio il 21 marzo si è deciso di sanificare i locali di corso Italia. Sarebbe dunque auspicabile cambiare la data. Niente paura: ci si sposa ancora prima. Gli abiti d’altra parte sono pronti e i testimoni sono stati cooptati. E così, sulle originalissime (per l’evento) ma indimenticabili (per gli appassionati di musica) note di “Smoke on the water” dei Deep Purple, ieri mattina la coppia fa il suo ingresso trionfale nell’aula consiliare del Comune di Ragusa, dove nemmeno il fotografo è ammesso e dove sono presenti soltanto la funzionaria comunale e i due testimoni.
Cerimonia sobria ma al tempo stesso solenne, senza baci, strette di mano o auguri finali, ma non senza un sonoro applauso da parte dei (pochi) presenti. Alla fine il classico lancio del riso agli sposi da parte degli stessi testimoni e brindisi davanti al Municipio, in un corso Italia semideserto, in cui quei pochi passanti ed automobilisti non possono fare a meno di sorridere e scattare una foto ad una scena tanto insolita quanto suggestiva, ma che in tempi come questi dà sicuramente speranza per il futuro.
fonte Michele Farinaccio – La Sicilia
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