Di Maio canta l’inno d’Italia. L’intervista e il congiuntivo sbagliato VIDEO

Il comizio elettorale del vicepremier Luigi Di Maio (qui l’articolo completo) si è concluso con l’esecuzione dell’Inno d’Italia. Dal palco, insieme ai candidato grillini al Comune di Ragusa, viene cantato l’inno di Mameli mentre in piazza sventolano delle piccole bandiere italiane distribuite poco prima. Una cornice perfetta per rimarcare uno dei concetti che ha ribadito durante il comizio, ovvero “lo Stato adesso siamo noi”.
Di Maio ha anche ribadito la difficoltà nel comporre la squadra di governo: “E’ dal 1994 che non accadeva che un governo si insediasse senza un ministro indagato o condannato. Con noi è stato possibile. Non è stato facile ma alla fine siamo riusciti a far partire questo governo. Abbiamo fatto una bella squadra per il governo e abbiamo scelto ministri di alto spessore. Come il ministro Tria all’Economia o come Alfonso Bonafede alla Giustizia. Qualcuno ci dava degli illusi, ci deridevano perché dicevano che non saremmo andati mai al governo. Ora ci siamo e vogliamo restituire il potere ai cittadini. Non vogliamo sfruttare il governo per esercitare un potere spicciolo”.
Durante l’intervista con la stampa (nel video tratto da lasicilia.it) il vicepremier offre una risposta ma il congiuntivo usato non è quello giusto: “Credo che per ripagare il consenso avuto al Sud ma anche al Nord dovesse essere d’obbligo pretendere il ministero del lavoro e dello sviluppo economico”.

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