Zona rossa prorogata a Vittoria, la CNA: “Attiva da 15 giorni, ma i positivi sono aumentati del 50%”

Ancora una proroga per la zona rossa di Vittoria. E la CNA cittadina esprime perlessità e forti dubbi sulla reale efficacia di questa misura:

“E’ evidente come i dati epidemiologici del nostro territorio siano allarmanti, ma è altrettanto evidente come malgrado la zona rossa sia attiva da 15 giorni, in quest’arco di tempo, gli infettati sono aumentati circa del 50%. Nessuno si è chiesto e si chiede perché? Basta firmare lordinanze “contigibili e urgenti” per sentirsi a posto e aver fatto bene il proprio lavoro? Una classe politica degna di questa definizione non adotta atteggiamenti superficiali e pilateteschi.

Una classe politica seria e capace pensa a come salvaguardare sanitariamente ed economicamente il territorio che governa, non si nega alle richieste di chiarimento delle istituzioni comunali, non fugge come i conigli di fronte alle proprie responsabiltà. Una classe politica e di governo seria e capace pensa a come salvaguardare l’embrione vero del lavoro: la microimpresa. Ecco, tuuto questo questo il governo Musumeci non lo ha fatto.

La Sicilia e in questo caso specifico la nostra Città, Vittoria, non solo deve fronteggiare da sola le tante infezioni che da tempo l’ammorbano ma ora è costretta a contrastare, in totale solitudine, le ulteriori difficoltà economiche che creano queste ordinanze. Per essere chiari, la CNA, viste le condizioni sanitarie della Città, ritiene giusta la zona rossa ma la stessa deve essere accompagnata da un sostegno economico per tutte quelle categorie produttive che sono costrette, per motivi sanitari, a rimanere chiuse. E’ da ciabattoni della politica scrivere e prorogare la formula: “divieto di circolare, a piedi o con qualsiasi mezzo pubblico e/o privato, nel territorio comunale, fatta eccezione dei casi in cui ci si debba recare sul luogo di lavoro (solo se non è consentito il lavoro in c.d. smart working), ovvero per l’acquisto e/o il consumo di generi alimentari e l’acquisto di beni di prima necessità, per ragioni di natura sanitaria e/o per appuntamento presso studi professionali”.

E’ grazie alle tante incertezze contenute in questa frase che in questi 15 giorni di finta “zona rosa” il numero delle persone contaminate è cresciuto. Se un artigiano o un commerciante può andare a lavorare nella sua attività significa che può anche fornire il suo servizio alla clientela e quindi il divieto di circolare viene meno. E’ così che i numeri delle persone contaminate sono cresciuti in questi 15 giorni. Tutto questo perché? Semplice, non riconoscere nessun tipo di indennizzo o ristoro perché il lavoro, furbescamente, non è stato vietato. Una beffa doppia: la prima è sanitaria la seconda è economica”.

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it