WEEK-END CATANESE ALL’INSEGNA DEI 150 ANNI DALL’UNITA’ D’ITALIA

Dal ragusano ci spostiamo al catanese… Ci ritroviamo tutti al centro storico di Catania, la via Etna è un brulichio di gente, piazza Università è gremita. Un palco, tante luci, Forze dell’Ordine e tanti tanti spettatori.

In onore del centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia e della festa delle Forze Armate, ricorrenza quest’ultima festeggiata solitamente giorno 4 novembre, il sindaco Stancanelli di Catania ha organizzato un evento musicale. Protagonisti della serata sono stati la banda musicale delle Forze Armate e il famoso cantante napoletano Gigi D’Alessio.

Lo spettacolo, iniziato alle ore 21, è stato inaugurato dalla musica orchestrale che ha dilettato la folla per circa un’ora, riproducendo diverse sinfonie fra le quali il simbolico inno di Mameli che vista l’occasione non poteva mancare. Hanno fatto seguito minuti di trepidazione dei fans catanesi in attesa dell’arrivo del proprio idolo, acclamato da un vociare intenso e presentato dal Ministro della Difesa Ignazio La Russa.

Ed ecco che Gigi D’Alessio sale sul palco, con la chitarra in mano, cantando il suo ultimo singolo. Segue un suo ringraziamento alla città di Catania e alla Sicilia che il cantante dice di considerare un po’ come la sua terra e per l’elevato numero di concerti qui tenuti e perché anch’essa appartenente al “suo” sud d’Italia. Un’ora e più di concerto, le bandiere tricolore svolazzanti in piazza e lungo la via Etnea, esponenti militari ed un popolo siciliano più caldo che mai. Questo è stato uno di quegli eventi in cui si respira un’aria intrisa di patriottismo, in cui si sopprimono gli etnocentrismi e ci sentiamo tutti italiani, accomunati dai quei tre colori e da quell’inno solenne.

Peccato che una volta tornati a casa ritornano ad esserci non più gli italiani ma i siciliani, i campani, i lombardi i veneti e quell’Italia che fino a qualche minuto prima era stata l’oggetto dei festeggiamenti, ritorna ad essere non più unita ma divisa lungo il confine di Roma.

A questo punto sorge spontanea una domanda. Cosa si ostinano imperterriti a festeggiare?

Dall’inviato a Catania Martina Arena

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it