VULNERABILITA’ SISMICA NEL CENTRO STORICO. INTERVIENE LA CNA

La vulnerabilità sismica del centro storico di Ragusa può essere attuata seguendo alcune direttive. Ma sul piano della prevenzione non strutturale i tempi di concretizzazione possono essere molto più rapidi e hanno costi tutto sommato limitati; discorso diverso, invece, è da fare per delle azioni strutturali che garantiscono piena sicurezza ma che hanno tempi di realizzazione molto più lunghi oltre ad essere notevolmente costosi. E’ uno degli aspetti emersi, ieri sera, nel corso del convegno promosso dalla Cna territoriale in collaborazione con il Comune di Ragusa e con la Soprintendenza.

Il presidente dell’associazione di categoria a livello cittadino, Giorgio Biazzo, aprendo i lavori, ha sottolineato l’importanza del confronto tra tutte le parti interessate, in particolare per le piccole e medie imprese, così come ha avuto modo di evidenziare anche il presidente provinciale Cna Ragusa, Giuseppe Massari (c’era anche il responsabile provinciale dell’Unione Installazione e impianti, Vittorio Schininà).

Ad illustrare i contenuti del piano di emergenza comunale, approvato in Consiglio lo scorso ottobre, è stato il neo dirigente del settore IV del Comune, Marcello Dimartino, il quale ha rimarcato il fatto che il suddetto strumento, per avere una propria funzionalità, deve essere il più possibile divulgato tra la popolazione. E in questo senso l’assessore ai Centri storici e all’Urbanistica del Comune, Giuseppe Dimartino, ha annunciato che intenzione dell’Amministrazione è quella di approvare un piano di comunicazione triennale che, in maniera capillare, renda più facilmente accessibile, anche e soprattutto in termini di conoscenza, il suddetto piano alla cittadinanza. Sono venute fuori, poi, una serie di valutazioni: intanto in termini di zone sicure del centro abitato, le stesse in cui sono ubicate le aree di emergenza, quelle che la popolazione deve assolutamente conoscere. I cittadini devono essere messi in condizioni di recarsi in queste zone in caso di calamità. Inoltre, merita attenzione la parte concernete il rischio sismico più generalmente formato da tre componenti: la pericolosità sismica, cioè la tendenza di resistenza di una determinata parte di territorio al terremoto; la vulnerabilità sismica, cioè la resistenza del costruito; e l’esposizione, vale a dire quante le persone che abitano in una specifica zona. L’unione di questi tre componenti fornisce il rischio sismico nella sua generalità. Il centro storico e gli orli di cava che ci sono a Ragusa, essendo la città costruita su un altopiano, sono tra i siti più vulnerabili. Ed è proprio in questo contesto che bisogna agire pure per quanto riguarda gli interventi di tipo strutturale al fine di concretizzare una vera e propria prevenzione. Il piano è già pubblicato sul sito internet del Comune e può essere consultato da tutti gli interessati. Ivo Caliò, docente del dipartimento Ingegneria civile e ambientale dell’Università di Catania, si è soffermato sulle azioni che è necessario attuare nel centro storico e negli edifici di Ragusa superiore e di Ibla per ridurre il più possibile la vulnerabilità sismica. Tra le ipotesi che meritano attenzione la creazione di reti in fibra di vetro. Tutto ciò, ovviamente, in accordo con la Soprintendenza (rappresentata da Giorgio Battaglia) anche allo scopo di creare una convenienza economica per i cittadini utenti e per evitare di alterare il paesaggio, ottenendo, al contempo, il massimo della sicurezza.

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