Vota il fossile regionale: il museo di storia naturale di Comiso partecipa con un reperto di circa 95 milioni di anni

Vota il fossile regionale! L’iniziativa “Fossili Regionali” è nata per far conoscere le ricchezze del patrimonio paleontologico del nostro Paese.


“Dalla sinergia tra il gruppo dei giovani della società “Palaeontologist in Progress” e della “Società Paleontologica Italiana”, e preparata con l’aiuto di numerosi paleontologi italiani – spiega il curatore scientifico del Museo Civico di Storia Naturale di Comiso Gianni Insacco – , è nata l’iniziativa Fossili Regionali che si propone di favorire la divulgazione e la conoscenza delle ricchezze del patrimonio paleontologico del nostro Paese attraverso la selezione di un fossile simbolo per ogni regione italiana. E questo grazie al voto di chiunque sia interessato alle ricchezze paleontologiche d’Italia. Tra elefanti, impronte di dinosauro, foglie e conchiglie fossili, paleontologi esperti riuniti in comitati regionali ad hoc, hanno selezionato un massimo di cinque fossili rappresentativi della propria regione, per ciascuno dei quali è poi stata preparata una scheda informativa al fine di decretare il fossile più rappresentativo per ogni regione.


Il Museo Civico di Storia Naturale di Comiso, partecipa all’iniziativa nazionale con un fossile del Mesozoico siciliano di circa 95 milioni di anni di Enchodus venator. Si tratta di un pesce di 95 milioni di anni, di cui si conserva perfettamente l’impronta e controimpronta, dov’è possibile ammirare i minimi dettagli della struttura scheletrica”.


“La presenza di pesci fossili mesozoici in Sicilia – continua Insacco – fu segnala per la prima volta da Ponte nel 1923, ma fu Accordi nel 1960 a confermare l’età cretacica degli scisti bituminosi. Leonardi documentò la presenza di 14 taxa e considerò l’ittiofauna di Floresta quasi identica a quella del Cenomaniano inferiore di Jebel Tselfat descritta da Arambourg. Gli scisti bituminosi ittiolitiferi, chiamate anche “argille varicolori” del tardo Cenomaniano dei Monti Peloritani e dei Monti Nebrodi, si originarono su una rampa distale lungo la piattaforma continentale nord-africana e costituiscono l’espressione sedimentaria del secondo evento anossico oceanico (OAE 2), risalente alla parte più alta del Cenomaniano. Dagli affioramenti dei dintorni di Floresta sono stati studiati e segnalati 19 taxa di pesci e anche la rara presenza di alcuni resti di cefalopodi Coleoidea, di cui si conserva la conchiglia interna (gladium), in particolare l’olotipo di Marekites nebrodensis, scoperto dal Museo di Comiso nel 2016. Purtroppo però, solo raramente è possibile rinvenire esemplari di fossili interi e completi, in quanto la roccia risulta molto fratturata e deformata. L’esemplare di Enchodus venator scelto per la candidatura, risulta essere invece perfettamente integro, ben conservato, dov’è possibile ammirare i minimi dettagli della struttura scheletrica, presente sia nell’impronta sia nella controimpronta. È anche nostra intenzione provvedere a studiare accuratamente questo esemplare, degno di pubblicazione e approfondimento. Pertanto, riteniamo che sia il pesce mesozoico attualmente meglio conservato in tutto il territorio nazionale e che meriti di essere votato”.


Per scoprire i fossili candidati e votarli cliccare collegarsi alla pagina della SPI a questo link: https://www.paleoitalia.it/patrimonio…/fossili-regionali/
Per votare il fossile siciliano del Museo, clicca sulla Sicilia e scrivi il N°2 .
I fossili vincitori verranno annunciati in corrispondenza delle Giornate di Paleontologia il 30 aprile 2023 a Lecce.

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