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Volevano uccidere due pentiti: sventato piano nel vittoriese
26 Mag 2021 12:44
Avevano progettato l’uccisione di due collaboratori di giustizia a Vittoria, nel Ragusano. Sarebbe emerso nel corso di una indagine per altri reati. Il 19 maggio agenti della la questura di Ragusa – Squadra mobile, commissariato e polstrada di Vittoria – avevano tratto in arresto, in esecuzione delle ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal gip di Ragusa, cinque persone: Andrea Di Martino, Sergio Di Martino, Gian Franco Stracquadaini, Rosario Greco e Massimiliano Leggio.
Vengono considerati “responsabili, a vario titolo, di una sequela di furti aggravati in concorso, ricettazione in concorso, riciclaggio”. Tra settembre e novembre del 2019 avrebbero messo a segno una imponente serie di furti di autovetture, per lo piu’ utilitarie, che venivano smontate e i ricambi rivenduti.
Una “centralina Obd per la decodifica delle chiavi di accensione delle autovetture da asportare”, permetteva di “mettere in moto i veicoli in un tempo di circa 10-15 secondi”. Ed e’ proprio nell’ambito di questa indagine che emergerebbe un colpo di scena. Secondo gli organismi inquirenti due degli indagati, Gian Franco Stracquadaini e Rosario Greco (omonimo cugino dell’uomo che investi’ e uccise i due bimbi Simone e Alessio D’Antonio a luglio del 2019 a Vittoria) sarebbero stati pronti ad ammazzare due collaboratori di giustizia.
Un fatto eclatante e gravissimo che getta nuova luce sulla criminalita’ vittoriese. Solo il sequestro di un vero e proprio arsenale di armi a Stracquadaini a dicembre del 2020 avrebbe bloccato l’azione.
Il 19 maggio nelle attivita’ connesse agli arresti sono state rinvenute altre armi: “una spada di un metro di lunghezza con lama affilata ed acuminata, 5 cartucce calibro 38, ed una carabina ad aria compressa calibro 4,5, sequestrata per accertarne la reale potenza offensiva, al fine di escluderne una eventuale alterazione”.
Solo Gian Franco Stracquadaini e Rosario Greco, sono indagati anche per tentato omicidio, un’azione avulsa dai reati del gruppo con il quale commettevano i furti.
Alla conclusione degli interrogatori di garanzia nel corso dei quali gli indagati si sono avvalsi della facolta’ di non rispondere, il gip ha disposto i domiciliari per Sergio e Andrea Di Martino (difesi dall’avvocato Giuseppe Di Stefano) e per Rosario Greco (avvocati Saverio Lagrua e Alessandro Agnello), confermando il carcere per Stracquadaini e Leggio (avvocati Maurizio Catalano e Rosario Cognata).
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