VITTORIA MERCATI E DINTORNI

Immobilismo, immobilismo, immobilismo!  Questa può essere la sintesi della “querelle” che si è aperta attorno alla “Vittoria Mercati srl”. Si parla della nascita di un marchio (“Saporito”), che è un marchio commerciale espressione di un consorzio del quale non si sa chi siano i soci, non c’è nessun riferimento su chi siano stati gli interlocutori, dentro l’amministrazione comunale, rispetto a questo progetto (si presume che, essendo il comune di Vittoria l’azionista unico, è ad esso che gli amministratori della Società devono rendere conto) che, pare, sia nato come consorzio di promozione e che, invece, pare sfocerà in un consorzio di commercializzazione. Ma dei prodotti di chi, visto che non ci sono produttori che aderiscono a questo consorzio? Si sta passando dall’immobilismo alla confusione!  E dove c’è confusione si possono inserire i soliti furbetti che, magari, hanno già adocchiato qualche lauto finanziamento per la promozione a solo vantaggio, quindi, del bene di qualche privato ed a scapito, naturalmente, ancora una volta, degli agricoltori.

In tempi non sospetti, l’ UDC di Vittoria, ha presentato un progetto di sviluppo per la città che, tra i molti temi affrontati, prevedeva anche un ripensamento della funzione del Mercato Ortofrutticolo a vantaggio dei produttori. Oggi, più che mai, siamo coerenti con questa proposta proprio per bloccare le fughe in avanti dei soliti noti che per decenni, da un lato, hanno bloccato lo sviluppo del Mercato ortofrutticolo e, dall’altro,lo hanno sfruttato per interessi privati.

Bisogna, come ripetiamo ormai da diverso tempo,  che il mondo della produzione si impadronisca della filiera (cioè il produttore, o meglio un’organizzazione di produttori, deve controllare il suo prodotto fino all’utilizzatore finale) e cioè il mercato ortofrutticolo di Vittoria deve diventare una piattaforma che deve fornire non solo il prodotto ma anche servizi. Per gli addetti ai lavori è facile capire cosa vuol dire questo: le “incompiute” [ dalle passate amministrazioni e dai recenti immobilismi (leggi Aiello e Nicosia)] devono essere completate. Bisogna pensare ad un centro di condizionamento (le strutture esistono già) per proporre un prodotto uniforme ed in quantità tali da interessare i vari operatori dei mercati nazionali ed internazionali (siano essi GDO, grossisti e quant’altro) e, se ne esistono le condizioni, formare una grande O.P. (Organizzazione di Produttori) che, avendo in mano la produzione, con le adeguate dimensioni, possa determinare il prezzo dei prodotti e non subirlo. La “Vittoria Mercati”, senza bisogno dell’intervento di esperti forestieri, deve fungere da centro di servizi, di Borsa Merci, al limite anche da Mercato Agroalimentare (quindi di concezione più moderna), in parole: deve diventare una  piattaforma.

Possiamo approfondire meglio quest’argomento, senza farci distrarre dall’invenzione di marchi che hanno un senso solo se dietro ci sta un’organizzazione funzionante, rimandando, casomai alla concentrazione delle forze all’ottenimento del marchio IGP per i vari prodotti di cui siamo leader e che, quanto meno, sono riconosciuti a livello europeo!

A tale proposito, sono in avanzato stato i passi per addivenire al riconoscimento del marchio “Pomodoro di Vittoria” per il quale non si è potuto procedere, come per la Zucchina, ad introdurre il marchio “Sicilia” per la netta opposizione del consorzio di tutela IGP di Pachino, che, evidentemente, non si rende conto che le questioni di campanile non contribuiscono a risolvere i problemi della commercializzazione.

In conclusione se è vero, come è vero, che l’Amministrazione Comunale deve svolgere un ruolo propulsore e propositivo nella vita sociale ed economica della Comunità Cittadina, ci si chiede quali iniziative intenda assumere il Sindaco di Vittoria in ordine alle sopra cennate problematiche concernenti il Mercato Ortofrutticolo, il condizionamento dei prodotti, il ruolo effettivo della “Vittoria Mercati” e il riconoscimento del marchio IGP dei prodotti dell’ortofrutta vittoriese.

La crisi del settore assume ogni giorno proporzioni sempre più vaste, centinaia di aziende agricole hanno già chiuso ed altre lo faranno in un prossimo futuro, ragion per cui appare necessario ed improcrastinabile che l’Amministrazione Comunale assuma, finalmente, le giuste iniziative che gli operatori del settore si aspettano.

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