VITTORIA: ANCORA MALTRATTAMENTI IN FAMIGLIA

Nelle prime ore della notte i Carabinieri della Stazione di Scoglitti hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Ragusa, che ha concordato con la richiesta formulata dal Sostituto Procuratore D.ssa Monica Monego che ha coordinato le indagini espletate dai militari della Stazione di Scoglitti.  

nello specifico, l’arrestato, un cittadino rumeno cl. 78, operaio, è ritenuto responsabile di aver maltrattato, con reiterate minacce, violenze e lesioni nonché costringendola a prostituirsi una propria connazionale 23enne, con lui convivente fino al mese di agosto 2013, quando, a seguito degli accertamenti dei militari tra cui l’acquisizione di referti medici comprovanti le aggressioni, la donna era stata trasferita presso un Centro Antiviolenza sulle donne.  

L’arrestato rintracciato nella tarda serata dai militari del presidio rivierasco, al termine delle formalità di rito, è stato sottoposto agli arresti domiciliari presso l’abitazione di un proprio connazionale,  ove rimarrà a disposizione dell’Autorità Giudiziaria iblea davanti la quale dovrà rispondere dei reati di maltrattamenti in famiglia, lesioni personale ed induzione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.

Si tratta del quinto arresto per maltrattamenti contro familiari o conviventi effettuato dopo l’approvazione del Decreto Legge approvato dal Consiglio dei Ministri l’8 agosto u.s. per la “Prevenzione e contrasto della violenza di genere”, recante disposizioni finalizzate a rafforzare gli strumenti di prevenzione e repressione di alcune fattispecie delittuose consumate nel più ampio ambito della “violenza domestica”. Infatti, i militari dell’Aliquota Radiomobile, lo scorso 31 agosto, avevano tratto in arresto un vittoriese cl. 86, domiciliato a Vittoria, commerciante, poiché ritenuto responsabile di aver aggredito, all’interno di un bar di Scoglitti da lui gestito, la propria convivente, cingendola con forza per il collo.

Il 12 settembre successivo i Carabinieri della Stazione di Scoglitti avevano poi tratto in arresto un vittoriese cl. 74, residente a Scoglitti, operaio agricolo, poiché ritenuto responsabile di aver colpito con schiaffi e pugni la moglie convivente, con la quale è in fase di separazione, scagliandole altresì addosso uno sgabello e minacciandola di morte, il tutto in presenza dei loro tre figli minorenni.

Il 17 settembre successivo i Carabinieri dell’Aliquota Radiomobile della Compagnia di Vittoria avevano tratto in arresto un vittoriese cl. 77, pluripregiudicato per reati contro il patrimonio e per violenza sessuale, poiché resosi responsabile di essersi presentato più volte nell’arco della serata di ieri nei pressi dell’abitazione della ex moglie nel tentativo di farvi ingresso contro la volontà della donna. Al fine di impedirvi l’ingresso la donna era stata costretta a spostare un divano dietro la porta, atto che non aveva fatto desistere l’uomo che si era presentato 3 volte consecutivamente nell’arco di un’ora, spingendo con forza sul portone d’ingresso.

Il 20 settembre i Carabinieri della Stazione di Acate traevano in arresto un acatese cl. 55, originario di Gela, pluripregiudicato per reati contro il patrimonio e contro la persona, poiché sorpreso da una pattuglia di quella Stazione, nei pressi della propria abitazione, a rincorrere i suoi due figli e la propria moglie lanciandogli appresso svariate pietre, ingiuriandoli ripetutamente e minacciandoli altresì di morte. Inoltre, veniva accertato che lo stesso, poco prima, aveva tentato di aggredire la moglie mediante l’utilizzo di una spranga da carpentiere, avvenimento evitato grazie all’immediato intervento del figlio. Nel corso della perquisizione personale l’arrestato era stato trovato in possesso di un coltellino a serramanico, mentre, nel corso di quella domiciliare, erano stati  rinvenuti nr. 4 coltelli di varie dimensioni, un frustino del tipo da fantino ed un nunchaku (arma da kung-fu composta da due manganelli con anima in acciaio tenuti saldati da una catena metallica), il tutto sottoposto a sequestro probatorio.

 

 

 

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