Virtus Ragusa in vendita, ma potrebbe essere ripescata in B nazionale: appello alle imprese. Sabbatini “Sono rimasta sola”

“Lascio. In questo momento abbiamo zero debiti, zero contenziosi. Ne sono contenta, ho lavorato in modo onesto e corretto senza farmi influenzare dai rumors del pubblico. Durante quest’anno siamo stati anche ricattati dai procuratori quando abbiamo valutato rinforzi. Ma i conti devono tornare. Preferisco lasciare così, mi spiace”. In lacrime, Sabrina Sabbatini esce dalla Virtus, o meglio, la Virtus, la prima squadra è sul mercato. “Se c’è qualche imprenditore o gruppo che volesse acquistarla sono pronta a favorire il passaggio di testimone. Altrimenti, anche il titolo di B interregionale ha un suo valore, e posso cedere il titolo anche a chi sta fuori provincia. Spero che ci sia ancora un desiderio di avere una squadra di basket maschile a Ragusa, non lo nascondo”.  E intanto non è stata tralasciata alcuna opzione, è stata anche presentata richiesta di ripescaggio in B nazionale. Molte squadre in crisi e la possibilità di tornare subito in B nazionale ci sarebbe ma…        

Scadeva oggi a mezzanotte il termine per la sottoscrizione pro forma – il pagamento è previsto in una seconda fase – della campagna di abbonamenti della Virtus Ragusa “Obiettivo 600 – obiettivo serie B”, una sorta di test per valutare l’interesse della città nei confronti della squadra, ma il counter degli abbonamenti fa segnare 79.  

Resta il settore giovanile, su quello non cambierà nulla, è la prima squadra a rischiare di essere chiusa. E il tempo scorre veloce. La prima rata, 15 mila euro circa, scade il 7 luglio. Il punto non è pagare una rata per l’iscrizione a un campionato, ma cosa accadrà dopo. C’è una squadra da costruire (e da pagare) c’è bisogno di un gruppo di imprese.

Le parole di Sabbatini

“La retrocessione fa pagare pegno. Malgrado un campionato tribolato da una serie di vicende e infortuni, nessuno di noi si spettava andasse cosi – commenta Sabbatini -. Ma senza sosta, sin dall’ultima partita, abbiamo immaginato di rilanciare il progetto.  Ma era necessario chiedere aiuto economico sul progetto, non sul campionato. Non siamo riusciti ad aggregare molto interesse da parte degli imprenditori e del pubblico. Il dato da campagna abbonamenti? Non ci sono numeri economici per supportare un campionato e avevamo anche pensato a un ripescaggio in B nazionale e abbiamo presentato domanda. La B nazionale ha molte società in crisi e le possibilità di ripescaggio potrebbero essere buone. Tutti stanno dicendo ‘da soli non ce la facciamo’. Ecco, il rappresento attraverso la Ekso il main sponsor. Abbiamo speso tutto quello che era in budget per il 2025. Dovevo lanciare alla città una richiesta di aiuto che non è stata colta. Non ci sono risorse economiche per andare avanti ma prendo atto soprattutto che il mio progetto Virtus non collima con le aspettative del tifoso virtus, almeno quel tifoso che ci ha sempre sostenuto. Il desiderio è vincere, avere una squadra super competitiva, ritornare alle memorie dell’A2, ma il mio progetto non era questo, partiva dal basso, voleva creare un vivaio, duraturo, in crescita. Era necessario consolidare rapporti di lavoro e collaborazione e lavorare sui giovani”.

Non nasconde la sua commozione la presidentessa della Virtus Ragusa. “Questa  città non è capace di tenere i giovani, dobbiamo rivolgerci anche ad altre province per alimentare il vivaio ma tutto comporta investimenti nel tempo e necessità di costruire un gruppo a sostenere anche economicamente e in modo costante la squadra senza che ciò dipenda dai risultati del campo”. Un discorso che non porta rabbia ma delusione, “siamo valutati solo sui risultati in campo, e se non sono ottimi, scoraggiano gli sponsor. Il progetto implode”. Sì, il progetto. Il progetto, lo ricorda Sabbatini, inizia nel 2020. “La prima stagione, quando sono subentrate le restrizioni covid,  siamo arrivati noni e abbiamo avuto dieci atleti di Ragusa: quel campionato costò 250mila euro. Quest’anno abbiamo speso solo per i viaggi 70mila euro; la modifica del settore sportivo che ha portato a inserimento dei contributi anche per atleti non professionisti, alle società ha portato un +30 per cento di costi. Questo campionato è costato 750mila euro con 50 mila euro di biglietti venduti. Ecco, non è sostenibile. Non ho neanche la soddisfazione di dire nella Virtus c’è un gruppo che riesce a porsi come punto di riferimento”.

Resta il vivaio, la società che lo gestisce, non è la stessa della prima squadra. “Credo siamo riusciti a valorizzare il vivaio perché ci sono stati coach che hanno avuto il coraggio di valorizzare i ragazzi, anche con decisioni a discapito loro. Volevamo un percorso coerente e più si riesce a fare giocare un ragazzo, più cresce. La crescita dei ragazzi che abbiamo inserito nel roster dimostra che si possono anche ottenere risultati diversi – aggiunge ancora Sabrina Sabbatini -. Io lascio, ma spero di avere lasciato un ‘modus’. Noi non abbiamo puntato solo sul risultato ma abbiamo valorizzato il lato di crescita umano e sportivo personale. Abbiamo fatto dei passaggi buoni, spero si possa continuare”.  

Tra chi è stato invitato, anche il sindaco Cassi: “Il progetto in città si è sentito, il vivaio e il  reclutamento sono degni di società di alto livello, e l’intervento che ha reso questa struttura accogliente. Non si può fare da soli ma non gettare la spugna – dice Cassì a Sabbatini -, proviamo a trovare imprenditori anche sottolineando le norme fiscali di cui possono beneficiare”.

Finisce così: la prima squadra è sul mercato. 

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