VIA MORMINO PENNA DI SCICLI UNA STRADA DELL’ARTE DI GRANDE ATTRATTIVA.



Uno “show antologico” che racconta, con circa 50 opere esposte, l’arte di Francesco Rinzivillo. L’interesse del pubblico e della critica catturato già ieri sera nell’inaugurazione di “Rinzivillo Solo Show”, il primo evento monografico organizzato da Quam (Quadrerie del monastero) di Scicli. Un lavoro di valorizzazione dell’arte e degli autori, quello operato da Quam assieme ad Antonio Sarnari di Tecnica Mista, che contribuisce ad esaltare Scicli, il suo barocco e a trasformare la via Mormino Penna, patrimonio dell’Umanità, in una vera e propria “strada dell’arte” di grande attrattiva. E questa volta al centro di Quam c’è l’indagine artistica di Francesco Rinzivillo, autore siciliano (originario di Comiso) che con le sue tele si è imposto con forza nel panorama artistico nazionale. Curato da Antonio Sarnari, con la critica di Alberto Agazzani, noto critico d’arte, questo “show antologico” presenta opere che si richiamano a linguaggi differenti in un allestimento che pone al centro alcune installazioni e numerosi video, lungo un percorso che è di approfondimento e di maggiore conoscenza dell’arte di Rinzivillo.  Diversi cicli che racchiudono i lavori degli ultimi 15 anni, tra “azione e sottrazione”, in una continua ricerca che parte dagli oramai celebri Limès, passando dai Calchi per giungere alle Strutture e dunque alle Fittità. Un pittura informale e concettuale, quella contenuta nei Limès, dove la connotazione è l’assenza della forma con l’obiettivo di “mettere e togliere”, con un’azione sulla materia per essere continua ricerca lungo i segni dell’”indagine liminare”, il progetto di codificazione spazio-temporale di elementi primari contenuti in un sistema sfuggente sempre pronto a mutare. Il “limite”, per l’appunto, che è frontiera di indagine tra mondo vero e mondo apparente. Una ricerca che è comune anche alle Strutture e alle Fittità dove Rinzivillo, nella sua “azione e sottrazione” offre la più fine espressione del suo segno. Al centro dell’esposizione c’è “Black Out Black In”, un’installazione storica di Rinzivillo che viene proposta insieme a “Fittità”, una video-installazione prodotta appositamente per questo evento con immagini che vengono proiettate e dissipate da un prisma che crea a sua volta immagini più deboli rispetto alla proiezione originale. E lo schermo di proiezione, che funge da cesoia, diventa esso stesso il limite, il confine, la linea di separazione tra immagine che è davanti e quella che è dietro. Una verticalità, come ha spiegato l’autore ai presenti, che permette di distaccarsi dalla materia, di annullarsi e al tempo stesso di elevarsi da essa.  La mostra resterà aperta fino al 20 gennaio.

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