VENERDÌ LA MESSA PER LA CITTÀ NELLA PARROCCHIA DI CONTRADA QUARTARELLA

La messa per la città di questo mese sarà celebrata venerdì 27, alle 18, nella chiesa parrocchiale di contrada Quartarella, a Modica. A presiedere la celebrazione sarà don Vittorio Bonfanti, per 40 anni missionario: oggi fa parte della comunità missionaria intercongregazionale che vive a Modica. La parrocchia del Santissimo Redentore ospita una famiglia marocchina, composta dai genitori e dai tre figli, nell’ambito dell’iniziativa “Protetto, rifugiato a casa mia”. Sono in totale quindici le persone accolte in diocesi, e tra questi ci sono otto bambini. La comunità di Quartarella è stata una delle prime a prendere sul serio l’invito di Papa Francesco del settembre 2015 ad accogliere una famiglia di migranti nella parrocchia: pochi giorni dopo l’appello del Papa, alcune famiglie della parrocchia del SS. Redentore proposero il tema alla comunità che nonostante qualche dubbio, qualche timore e alcune opposizioni iniziali, decise di aprirsi a questa esperienza, forte delle parole del Vangelo: “Ogni volta che avete fatto una di queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. Non si accoglieva solo una famiglia, ma la comunità ha aperto la porta alla parola di Dio, ed è stata questa la fonte del coraggio, della forza e della passione che ha fatto dire sì alle parole di Papa Francesco. I mesi successivi a tale decisione sono stati intensi: prima la sistemazione dei locali, gli incontri con i responsabili Caritas per conoscere il progetto e quindi una formazione per prepararsi all’accoglienza. Poi il giorno dell’accoglienza. A trasmettere fin da subito il calore della tipica accoglienza siciliana, la famiglia tutor del progetto, individuata dalla comunità nelle settimane precedenti: un ruolo impegnativo portato avanti con una straordinaria generosità e dedizione, che ha visto nascere una amicizia speciale con la famiglia accolta. Ciò che nei pensieri si era immaginato difficile, azzardato o rischioso, alla prova dei fatti era diventato naturale, una gioia per tutti, una piacevole scoperta che ha reso più viva la fede della comunità e più vissuta la parrocchia e che ha messo tutti in gioco, chi con un semplice saluto, chi con le lezioni di italiano – tenute dalle donne della comunità alla mamma dei bambini – chi facendo un lavoretto per sistemare i locali, chi accompagnando i bambini a scuola, il tutto gratuitamente. Di fronte alle tante cose da fare alla fine si sono fatte avanti anche persone che non frequentavano la parrocchia per dare un aiuto o per dedicare un po’ di tempo. L’accoglienza è così divenuta esperienza pregnante di relazioni, d’integrazione, di emozioni e di scoperte che ha arricchito tutti e che ha donato fraternità e solidarietà alla vita di comunità di cui adesso fa parte una nuova famiglia, una famiglia arrivata in situazione di grave difficoltà e adesso pronta a trasferirsi e a ricominciare una nuova vita in una casetta a Modica Bassa.

 

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