VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO, NE’ ALIENAZIONI NE’ DIMISSIONI

Sulla questione del patrimonio immobiliare del Comune di Ragusa si esprime il gruppo di Forza del Sud. Filippo Frasca, coordinatore di FdS per la città di Ragusa, si esprime così in merito alla questione: “Diciamo subito che per noi, prima delle parole alienare o dismettere, viene la parola “valorizzare”; perché valorizzare, significa non perdere la proprietà degli immobili, mettendoli a rendita ed eliminando i costi.

Da giorni assistiamo a un dibattito sterile innescato tra l’amministrazione e le opposizioni a Palazzo dell’Aquila; tutti animati di buoni propositi ma lontani dal percepire e trasmettere le vere potenzialità dello strumento che avevamo pensato di far decollare la scorsa consiliatura.

Ricordo che il dirigente del settore preposto aveva anche scritto ai dirigenti degli altri settori del comune chiedendo se erano a conoscenza di immobili che non erano direttamente utili per le attività dell’ente, ma nessuno, tranne qualche eccezione, rispose a quella lettera interna”. La mancanza di un censimento degli immobili comunali complica sempre più la condizione: sarebbe fondamentale capire a quanto ammonta il patrimonio immobiliare, banalmente quantificarlo in euro.

Frasca continua: “Un primo censimento era stato avviato qualche tempo fa, iniziando dagli immobili del centro storico, per le ripetute sollecitazioni di un consigliere comunale, fin quando un primo elenco di beni immobili era stato partorito con la redazione di un conseguente regolamento che ha dilatato la trasparenza nel dismettere e alienare gli immobili. Un primo elenco per un ammontare di circa 2.500.0000 di euro giunse in consiglio. Oggi, siamo certi, che a quel primo elenco approvato con delibera nr. 118 del 1 aprile 2009 e confermata dalla delibera di consiglio comunale nr. 35 del 25 maggio 2009, confermata dalla delibera di giunta 79 del 17 febbraio 2010, ci si aggiungano altri immobili, come ad esempio Palazzo INA, aumentando quel valore dell’elenco da 2.500.0000 a circa 7/8 milioni di euro. È questa la strada che si intende seguire? Speriamo! Possiamo inventarci tutte la fantasie del momento, ma se riferiamo il tutto a palazzo INA, il buon padre di famiglia, in virtù della legislazione vigente e delle possibilità che essa offre, si renderebbe conto che dismettere o vendere anche a 5 o 6 milioni di euro quel palazzo, rappresenta una negatività in termini di patrimonialità. Chi si oppone in Consiglio, benché animato da spirito propositivo, tuttavia non ha formulato proposte condivisibili, se la proposta è quella di creare un centro sociale nel cuore di un centro storico che ha bisogno del rilancio attraverso l’insediamento di attività commerciali e/o imprenditoriali. Da una parte quindi l’amministrazione che semplicemente dismette perdendo patrimonio e proprietà, dall’altra un opposizione che non vuole perdere il patrimonio ma non lo utilizza per il valore e potenzialità economica che l’immobile di per se possiede.

NOI SOSTENIAMO, che è necessario creare un fondo immobiliare chiuso, con la partecipazione dei privati, dove è possibile versare, collocare capitale e immobili, immettendoli nel mercato e quindi a rendita. In questo modo gli immobili rimangono proprietà del comune con possibilità di percepire annualmente royalty ben definite da inserire in bilancio. La dismissione o l’alienazione è indicata quando è propedeutica alla diretta valorizzazione di altro patrimonio immobiliare. Scelte, queste sono scelte! I privati, catene di alberghi, possono sempre intervenire e contribuire a gestire “fondo” e “immobili”; i privati possono partecipare con patrimonio immobiliare proprio e valorizzarlo. Pensiamo a Palazzo INA, inserito in un contesto di valorizzazione che diventa albergo di lusso, che rimane di proprietà del fondo e quindi del comune, che produce rendita e dividendi ogni anno”. Oltre i dati concreti servono proposte. E a tal proposito Frasca conclude il suo intervento sulla questione dichiarando: “Questa è la strada da percorrere, senza dismettere e producendo effetti economici positivi. Il patrimonio immobiliari del comune di Ragusa, è stato accumulato in oltre 100 anni di storia, con donazioni di benefattori, compravendite, cessioni dei cittadini, lasciti, acquisizione con fondi comunali attraverso le tasse riscosse ai contribuenti. Bisogna stare attenti e non dilapidare il patrimonio immobiliare, perché significherebbe dilapidare quel potere economico che i cittadini ragusani hanno creato in oltre 100 anni, per le generazioni future. Oggi il patrimonio immobiliare, per chi lo possiede è bravo se lo mantiene e lo valorizza e non se semplicemente lo dismette. Se domani arriveranno ancora tagli agli anti locali, non avremo altre soluzioni per assicurare i servizi. Siamo disponibili a contribuire e fornire soluzioni se l’amministrazione ha bisogno di un contributo, ma singole e sporadiche dismissioni effettuate a macchia di leopardo, saranno di certo l’indice di una mancata programmazione e sintomo che non si è ancora percepita l’importanza di uno strumento che in tempi di vacche magre consentirebbe alla città di vivere molto meglio”.

 

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