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Vaccini, due studi USA sulle varianti: “Efficacia elevatissima, ma non totale”
22 Apr 2021 11:02
Uno degli interrogativi più assillanti nell’attuale fase pandemica riguarda la capacità dei vaccini attualmente operativi di proteggere anche dalle varianti che stanno facendo riesplodere l’epidemia di Covid-19 in diverse aree del mondo. A tale riguardo, uno studio effettuato a New York e pubblicato sul New England Journal of Medicine rileva che per le persone completamente vaccinate, il rischio di contrarre il nuovo coronavirus è estremamente basso.
La ricerca ha coinvolto 417 dipendenti della Rockefeller University che sono stati completamente vaccinati con i sieri Pfizer o Moderna, e solo due di loro hanno riportato infezioni importanti, ovvero con sintomi clinici. “Queste osservazioni non minano in alcun modo l’importanza degli sforzi urgenti compiuti a livello federale e statale per vaccinare la popolazione degli Stati Uniti”, sottolineano i ricercatori, che consigliano anzi di prevedere un ulteriore richiamo vaccinale così come l’elaborazione di un VACCINO a spettro più ampio per fornire una maggiore protezione contro le varianti. In particolare, le varianti che hanno aggirato le difese immunitarie indotte dai vaccini presentavano la mutazione E484K, che è stata trovata per la prima volta nella variante B.1.351 originariamente identificata in Sud Africa mentre. L’altro ceppo che è riuscito a infettare un volontario vaccinato è stato il D614G, già emerso all’inizio della pandemia.
Va sottolineato che comunque nessuno dei sue soggetti contagiati, due donna senza patologie pregresse di 65 e di 51 anni, ha riportato danni gravi in seguito all’infezione. Sempre negli Stati Uniti, i casi di Covid-19 sono esplosi a marzo in una casa di cura del Kentucky i cui residenti erano stati vaccinati per oltre il 90%, in seguito all’introduzione di una variante da parte di un membro del personale non vaccinato, come ha rivelato uno studio della principale agenzia di sanità pubblica statunitense.
Il virus si è poi diffuso nella struttura sanitaria, infettando 44 persone, di cui 24 residenti e 20 del personale infermieristico, di cui rispettivamente 18 e 4, avevano ancora ricevuto due dosi del VACCINO Pfizer, secondo questo studio dei Centers for Prevention and disease controllo (CDC). Questo lavoro mostra quindi i limiti della vaccinazione come unica strategia per combattere il Covid-19, in particolare contro le sue varianti. Sebbene “essenziale”, anche questo studio dimostra dunque che la vaccinazione deve essere accompagnata da “un’attenzione continua alle pratiche di prevenzione e controllo delle infezioni”, come il lavaggio delle mani, lo screening continuo per identificare i casi, l’isolamento delle persone infette e la quarantena dei casi di contatto “indipendentemente dalla vaccinazione”.
Lo studio offre anche un confronto più che incoraggiante sulla diminuzione della vulnerabilità delle persone che vengono infettate dopo la vaccinazione. Tra i residenti contagiati, ad esempio, solo un terzo dei vaccinati ha manifestato sintomi, rispetto all’83% dei non vaccinati. E solo l’11% dei vaccinati ha dovuto essere ricoverato in ospedale contro i due terzi dei non vaccinati. Va inoltre sottolineato che solo uno su 18 residenti vaccinati è morto a causa del virus mentre tre i sei residenti non vaccinati le vittime sono state due.
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