UNIVERSITA’ A RAGUSA

A conclusione dei lavori del convegno “Fare Università al Sud” si può fare una riflessione conclusiva ed in special modo un’analisi sui vari interventi avvenuti nella giornata di Venerdì pomeriggio  con accenti polemici e preoccupanti rigurgiti di campanilismi , segno  premonitore della lenta agonia e definitiva scomparsa della presenza universitaria nella Provincia ed in particolare a Ragusa.

Dopo l’intervento introduttivo del Prof. Raniolo, vi è stato il prof. Barone che eccellentemente ha sciorinato i numeri della presenza universitaria in Italia e argomentando , come a suo modo , brillantemente, con dati  statistici che hanno trovato un’attenzione dei presenti , ma la nota dolente è stata quando si è passati all’analisi della proliferazione dei corsi di laurea istituiti a Ragusa e Modica ed anche nei comuni limitrofi.

Si sono riconosciuti a posteriori gli errori commessi sia dai politici che dall’ateneo con ripercussioni sui bilanci dei Comuni che non hanno potuto sostenere l’enorme costo derivante dei corsi di laurea che ciascun ente locale ha inteso intestarsi nel medagliere.

Si è rivendicata la primogenitura del corso di laurea istituito  a Modica rispetto a Ragusa ed in quest’ultima l’istituzione di corsi di laurea che hanno dovuto chiudere con il rimpianto che poteva essere salvato un corso attinente al territorio , ma in difficoltà dovuto all’esiguo numero degli iscritti , rispetto al corso di Lingue, che è riuscito a salvarsi dalla moria.

L’intervento del Presidente della Struttura didattica speciale di Lingue ripercorre le tappe dall’istituzione sino al nuovo anno accademico con iscrizioni limitate rispetto alla richiesta.

Intervallati tra i vari interventi, si sono inseriti i Sindaci dei Comuni di Comiso , polemico in merito alla mancata attenzione al mercato che richiede nuove figure, e di Modica, incentrato su un suo progetto, ma moroso nei confronti del consorzio universitario.

Il che, alla fine dell’intervento del Sindaco di Modica , andato via per impegni o altro motivo, ha alzato il tenore della discussione  emergendo così  i campanilismi delle città , elemento ,come rimarcato dal prof. Barone, assente nell’Università di Enna , a cui contribuiscono la maggiore parte dei comuni comprensori senza ricercare l’istituzione di corsi di laurea in ciascun comune partecipante.

L’intervento del Presidente del Consorzio universitario ha acceso l’animo con interventi polemici sull’intervento del Sindaco di Modica che non ha adempiuto al pagamento del pregresso.

Il sindaco di Ragusa non si è presentato al convegno.

Il risultato che vien fuori è deludente.

Il mantenimento dei corsi di Laurea di Lingue a questo punto rischia di arenarsi giacché ciascun Sindaco vuole imporre la propria visione e progettualità universitaria, con rilievi di  posizioni egocentrice di Ragusa, dominanti nei confronti dei comuni limitrofi.

Si polemizza , e l’assenza del Sindaco di Ragusa avvalora il dissolvimento della presenza universitaria nell’immediato, accertato che i comuni del futuro Libero consorzio dei comuni sono restii a finanziare il progetto universitario, in quanto pretendono di fare valere le loro ragioni.

Polemizzano anche sul futuro del Consorzio universitario, che  ritengono , in particolare il Sindaco di Modica, fonte di assistenzialismo e quindi da rivedere , pur non avendo adempiuto agli obblighi debitori, ma in realtà il Presidente dell’ente consortile ha ribadito che non può esserci università senza il consorzio.

Alla fine , si prevedono tempi bui , i massimi esponenti degli Enti locali non digeriscono che sia Ragusa a trarre vantaggio della presenza universitaria , con un messaggio velato che il maggior esborso deve essere accollato al comune capoluogo, che dagli affitti e dalla presenza quotidiana degli studenti ha un ritorno economico.

Ma in tal caso anche Modica con il corso di laurea in Servizio sociale  ne trae vantaggio , però è restio ad adempiere alle obbligazioni pregresse, ritenendo di essere stato penalizzato di mancati interventi economici a favore della ex Facoltà di Scienze dell’amministrazione da parte del Consorzio universitario, con l’incombenza di dovere pagare di tasca propria la presenza universitaria, ma è stata una scelta dell’amministrazione , come è successo a Comiso con informatica.

Si attendono giorni bui , per la presenza universitaria nella provincia iblea, si prevede a malincuore che i contrasti  e le diversità di vedute tra i massimi esponenti degli enti locali e il Sindaco del comune capoluogo non porteranno che delusioni per quanti operano nel progetto universitario , sia essi docenti , che personale non docente , i quali sono sotto l’occhio del ciclone da parte degli amministratori con intenzioni bellicosi che potrebbero  ridurre le spettanze retributive , rei di aggravare i costi,  che inaspriranno i contrasti peggiorando i rapporti.

Chi ne piangerà di tali contrasti saranno gli studenti e ovviamente naufragherà la presenza università a Ragusa, con il beneplacito dei massimi rappresentanti degli enti locali , dopo aver subito il danno provocato dall’ex Provincia regionale con la sua fuoriuscita dal Consorzio universitario, rispetto ad altre provincie che si stanno attivando con i propri rappresentanti politici regionali per mantenere le partecipazioni negli enti consortili.

La nascita dell’Università telematica a Ragusa passa in secondo ordine rispetto al dibattito acceso sul sovrastante alito di campanilismo insorto tra i relatori e gli intervenuti.

L’Università a Ragusa : si prevedono tempi bui.

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