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UN’ANNATA FELICE PER LE ESPORTAZIONI
08 Dic 2014 22:51
Con l’avvicinarsi delle feste, le richieste dei vini spumanti s’innalzano notevolmente e già a novembre si è in grado di sapere che risvolti hanno avuto le vendite di questa categoria di vino. In netto contrasto con l’andamento economico del Bel paese, le bollicine hanno registrato un aumento delle esportazioni del 22% rispetto l’anno scorso, quando comunque si era registrato un consistente aumento delle esportazioni.
Sarebbero quasi 300 milioni le bottiglie di vino spumante italiano che si dirigono nelle tavole di paesi stranieri. Il dato più interessante si registra in Cina, paese che ha triplicato la sua richiesta di spumante italiano, dimostrando così di essere effettivamente un mercato importantissimo, cui prestare attenzione, nonostante le svariate imitazioni dei prodotti stranieri, che si verificano in questo paese.
Il mercato cinese può infatti contare con oltre un miliardo di consumatori. A ciò si aggiunga che si tratta di un paese in grandissima crescita economica. Difficilmente quindi, nonostante imitazioni varie, al momento, la Cina è capace, con una produzione propria, di colmare la crescente richiesta di vino che sta vivendo.
Un dato notevole viene anche dalla Gran Bretagna, dove l’aumento della richiesta è del 50%, malgrado anche in questo paese non siano mancate le imitazioni dei prodotti italiani. Certo non si trattava di vino, ma il fatto che un celebre grande magazzino di Londra vendesse con la propria etichetta, quindi mettendoci la faccia, un olio d’oliva toscano contraffatto, prodotto in Inghilterra, è abbastanza inquietante. Se si tiene conto poi che in Europa esistono dei regolamenti per la tutela dei prodotti Igp e Dop, la dice lunga in proposito.
Un aumento si registra anche negli Stati Uniti, paese che continua ad essere il principale acquirente, ma anche uno dei principali paesi dove il made in Italy viene costantemente contraffatto. La Germania invece, mercato principale per il consumo di bollicine d’Europa, resta stabile.
Nel complesso è andata molto bene, anzi troppo bene, se si tiene conto del fatto che il 2014 è stata un’annata disastrosa e poco produttiva.
Il dato inquietante è che alcune testate giornalistiche non hanno avuto nessuna remora nel fare un confronto delle vendite tra i vini spumanti italiani e lo Champagne, senza chiarire che parlando di Champagne ci si riferisce soltanto a una zona geografica della Francia, e quindi non a tutta la produzione francese di vini spumanti. Inoltre non si tiene conto che lo Champagne ha attinenza con i vini di lusso, mentre per vini spumanti italiani ci si riferisce a tutti i vini italiani con le bollicine, dal grande spumante trentino, passando per i gradevoli, fino ai più comuni, dall’Asti Spumante fino a giungere ai vari Prosecco, che in alcuni casi si dimostrano prodotti poco più che accettabili, mentre in altri casi si dimostrano dei vini in grado di confrontarsi anche con gli spumanti di chardonnay. Di certo vi è che gran parte di questi vini spumanti italiani d’esportazione non si possono paragonare con un grande spumante trentino e di conseguenza anche con uno Champagne. Per essere un po’ più chiari è come dire che il mercato delle auto, quindi senza differenza di tipologia di modello e fascia, ha registrato un certo aumento, mentre una determinata marca di auto di lusso non ha registrato lo stesso aumento.
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