UNA STORIA LUNGA CENTO ANNI

Ancora un’interessante conferenza nell’ambito delle celebrazioni per i cento anni dell’Unità d’Italia, promossa dall’UNITRE di Santa Croce Camerina.

A introdurre i lavori Giuseppe Morana che come afferma lui stesso, in pensione dal 1993 si colloca nell’area della lira Italiana: una moneta fuori corso. E’ importante parlare alle vecchie generazioni affinchè possano parlare alle nuove, che approdare alla democrazia è costato tanto sangue e tanti sacrifici. Nulla è scontato solo perché si è trovato e non si è combattuto per averlo. La Costituzione deve essere la Bibbia laica. Guardare all’oggi per sperare nel domani.

Per il giudice Antonio Corbino la cosa più importante nella storia dell’uomo è il progresso storico e istituzionale. Il diritto della forza deve essere combattuto con la forza del diritto. Il giudice ha poi illustrato le differenze tra lo Statuto Albertino e la Costituzione Italiana. Il primo nasce parlando di sudditi la seconda parla di persone .Nella nostra Costituzione si tracciano le linee dell’ uguaglianza e del diritto perché non c’è libertà senza solidarietà e senza giustizia. Figlia della giustizia è la pace. Se l’unita d’Italia si realizza nel 1861 già dal 1821 è nella mente di molti giovani. C’è una poesia del Manzoni pubblicata poi nel 1948 che dice. Una d’arme, di lingua, d’altare, di memoria, di sangue e di cor. Non vedete che tutta si scote, dal Cenisio alla balza di Scilla.

I padri costituenti hanno scritto una Costituzione che tiene conto dei propri diritti ma anche dalle libertà altrui. Oggi qualcuno vuole stravolgerla ma dovremmo seguire l’esempio USA che usano singoli emendamenti per rendere la loro moderna e attuale. I giovani devono rendersi conto di come l’ignoranza sia terreno fertile. Devono avvicinarsi alla politica che dovrebbe essere la più alta forma di carità.

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