È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
UNA STAMPELLA PER IL LATTE MA LE GRAVI DIFFICOLTA’ RESTANO
08 Ago 2010 08:27
Il comparto lattiero caseario è tra quelli con i maggiori problemi di eccedenze strutturali, a livello comunitario, nazionale e locale ed è opportuno aprire nuovi scenari per dare un impulso al settore al fine di promuoverlo e valorizzarlo. Il territorio ibleo, dove si produce un latte di qualità eccezionale, soffre dei problemi derivanti dalle difficoltà di promozione e distribuzione, pertanto è opportuno che si attui una riforma delle Organizzazioni Comuni di Mercato (OCM), in quanto l’attuale regolamentazione dell’OCM latte e prodotti lattiero caseari, delineata dai Regg. (CE) nn. 1255/99 e 1256/99, non ha consentito ai nostri produttori di sfruttarne le potenzialità. Bruxelles sta procedendo all’unificazione delle Organizzazioni Comuni dei Mercati Agricoli, che sostituiranno le attuali 21 OCM e renderanno la politica europea più trasparente, più comprensibile e meno pesante nella fase di attuazione. L’alleggerimento dei vincoli amministrativi renderà più facile la vita degli agricoltori ed inoltre consentirà di ridurre i costi dell’industria alimentare. Il compromesso raggiunto dai ministri ruota attorno ad un regolamento unico di 200 articoli che sostituirà gli atti comunitari vigenti. All’interno delle OCM un ruolo importante sarà riservato ai Piani Operativi delle OP (Organizzazioni di produttori) affinché utilizzino nel modo migliore le risorse finanziarie loro assegnate e realizzino gli obiettivi delle OCM, pertanto, un punto di partenza fondamentale è rappresentato dall’associazionismo e dalla revisione dei programmi operativi delle OP esistenti, fattore questo che in passato non è stato di certo un punto di forza, ma che oggi appare di primaria importanza. Le OP, nascono infatti dall’esigenza di aggregare l’offerta dei prodotti agricoli, motivata dalla necessità di tutelare il reddito delle imprese agricole nel confronto col mercato e dall’obiettivo di creare filiera per garantire prodotti sempre più qualificati e sicuri per il consumatore. Con l’accentramento delle OCM anche i fondi per i Piani Operativi saranno unificati e le OP del settore lattiero-caseario potranno accedere alla loro fetta di risorse finanziarie. In Sicilia le OP del settore lattiero-caseario, che rappresentano una realtà ormai consolidata, necessitano di questa riforma che consentirà ai produttori di trarre maggiori vantaggi dall’aggregazione, di riorganizzarsi per avere un sostegno alla promozione e alla commercializzazione e in tal modo affrontare la concorrenza del mercato globale, dove prodotti contraffatti come il latte cinese contaminato dalla melamina, circolano liberamente. In questa direzione stanno operando le OP Ragusa Latte e Progetto Natura, le quali si stanno facendo promotori della nascita di un consorzio lattiero-caseario, basandosi sull’esempio positivo della Cooperativa Arborea Latte, che oggi è il principale polo produttivo del comparto lattiero vaccino in Sardegna. La Cooperativa si occupa della promozione e del marketing, controlla la filiera produttiva, gestisce la commercializzazione e la trasformazione. Anche i nostri produttori, unendosi potranno utilizzare le risorse finanziarie comunitarie per la realizzazione dei magazzini di trasformazione, così da diversificare l’offerta e ridurre i costi. Potranno altresì puntare sui riconoscimenti comunitari che costituirebbero, oltre che una garanzia per il consumatore, che sa così di acquistare alimenti di qualità che devono rispondere a determinati requisiti e sono prodotti nel rispetto di precisi disciplinari, anche una tutela per gli stessi produttori, nei confronti di imitazioni e concorrenza sleale. A questo proposito si potrebbe avviare l’iter per il riconoscimento della DOP per il Latte Ibleo che darebbe certamente un valore aggiunto oltre che al prodotto, anche al territorio. Il CORFILAC (Consorzio Ricerca Filiera Lattiero Casearia) sta portando avanti una sperimentazione per valutare le qualità organolettiche del latte prodotto da vacche nutrite al pascolo rispetto a quello prodotto da vacche alimentate con mangime in stalla. I risultati consentiranno di evidenziare il valore qualitativo del latte ibleo prodotto da vacche alimentate con la flora pabulare locale e quindi avviare le procedure per il riconoscimento della DOP per il latte prodotto da allevamenti bovini degli altipiani ragusani. L’unico esempio europeo di DOP per il latte esiste in Spagna ed è denominato “Latte di fattoria certificato” (Leche certificada de granja). Qui l’aggregazione ha portato notevoli vantaggi consentendo ai produttori di avere un maggiore potere contrattuale, quindi stabilizzare i prezzi e assicurare una redditività maggiore al settore. Sulla traccia dell’esperienza spagnola, la riorganizzazione del settore lattiero-caseario ibleo, permetterebbe di superare le difficoltà derivanti dal mancato accordo tra le industrie e le aziende produttrici, che ad oggi hanno danneggiato le nostre aziende. (Martina Celestre)
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