UNA PRECISAZIONE SUL RAPPORTO TRA SCIENZA E FEDE, TRA EVOLUZIONE E CREAZIONE

Il nuovo e veloce commento di Massimo al mio articolo di ieri Evoluzione e Creazione è come dire rapporto tra Scienza e Fede” mi spinge a una risposta immediata, non perché voglia convincere qualcuno o pretenda di avere ragione a tutti i costi, ma per correggere il pensiero e il ragionamento che mi vengono pregiudizialmente attribuiti, indipendentemente da ciò che sostengo nel mio libro. E penso che questo sia un mio dovere nei confronti dei lettori e un mio diritto di precisare ciò che intendo dire e ciò che ho inteso scrivere. Se poi non ci sono riuscito in questa intenzione comunicativa della mia riflessione, chiedo scusa ai lettori del mio libro, nei cui confronti sono a disposizione per chiarimenti e dialogo, che deve avvenire senza pregiudizi reciproci, ma ascoltandosi.

Scrive Massimo: “Non capisco come si possa pretendere di non invadere la dimensione scientifica parlando di argomenti scientifici. E lo stesso vale anche per il contrario: potrei io forse discettare di transustanziazione dicendo che non voglio invadere la dimensione religiosa? Direi di no, non… crede?”.

Ha ragione Massimo a non capire! Infatti io sostengo  che “ da credente nel mio libro esploro anche questa dimensione metafisica, cercando di non fare invasione di campo su quella fisica, che, come dichiaro all’inizio, ha una sua autonomia”. Quindi, secondo me, lo scienziato potrebbe anche discettare di transustanziazione, senza invadere la dimensione religiosa,  usando il metodo scientifico, per contestare sul piano fisico o fenomenico l’affermazione di fede, ma rispettando il ragionamento e la libertà di fede. In sintesi: ad ogni sapere umano il suo metodo, la sua epistemologia, a meno che il metodo scientifico non pretenda di essere l’unico valido per spiegare tutta la complessa realtà umana!

Ritornando all’evoluzione, mentre il fatto può essere considerato certo, cosa che non vogliono ammettere gli ostinati creazionisti, le teorie che tentano di spiegarlo, per quanto logiche e razionali siano,  devono essere verificate sperimentalmente per diventare scientifiche, il che è reso, purtroppo, difficile dai lunghissimi tempi in cui avvengono i fenomeni evolutivi. Occorrerebbe iniziare un esperimento lungo almeno dei millenni!

Intanto, per l’evoluzione, possiamo accontentarci delle teorie, che cercano di spiegarla con le leggi della Biologia, che poi sono quelli della matematica, fisica e chimica. E il lavoro degli scienziati sull’evoluzione aumenta sempre più man mano che si va avanti nella conoscenza.

E il mio dubbio e la mia domanda stanno all’interno della teoria evoluzionistica di Darwin, della cui validità rivoluzionaria, come principio per spiegare la varietà degli organismi viventi, sono pienamente convinto. Infatti nel mio libro, come ho già scritto nell’articolo, parto dalla “constatazione che non tutti gli aspetti dell’evoluzione umana sembrano rispondere ai criteri della selezione naturale e sessuale. Le caratteristiche anatomiche e fisiologiche più umanizzanti (la stazione eretta, la parola, la pelle, i muscoli mimici ecc.) sembrano essersi affermate indipendentemente dal loro vantaggio biologico e dall’adattamento all’ambiente, anzi, a volte, in contrasto con la stessa selezione naturale”. La mia ipotesi, per cercare di spiegare questa contraddizione, resta all’interno della teoria darwiniana, perché propone un’altra modalità di selezione sessuale, in cui l’uomo non sia più solo oggetto di evoluzione biologica, bensì anche soggetto selezionatore.

La mia ipotesi non rientra nella teoria del Progetto Intelligente, accettata dalla Chiesa e di cui parla Massimo, perché ivi il Progettista viene fatto intervenire direttamente nell’evoluzione, mentre per me, convinto evoluzionista e convinto credente, il Progettista intelligente  resta, e deve restare, dietro le quinte dell’evoluzione, come scrivo nell’articolo: “Per rispetto di Dio stesso, prima ancora che della scienza, come credente non ho mai pensato a un Suo intervento diretto nella nostra storia ed evoluzione, bensì, secondo il Suo stile veramente divino, a una Sua azione mediata dall’uomo, dall’uomo libero di seguire solo il suo spirito o di ascoltare anche quello di Dio”.

Pertanto il mio tentativo di spiegare le contraddizioni dell’evoluzione umana rimane sul piano strettamente razionale della teoria darwiniana, in cui inserisco l’ipotesi che l’uomo non sia solo oggetto di selezione evolutiva, ma anche soggetto.

 E su questo piano e fin qui dobbiamo restare a discutere come evoluzionisti convinti. 

Solo ai credenti nel Creatore è invece rivolta la riflessione su Chi sta dietro le quinte dell’evoluzione, affinché abbandonino le diffidenze verso l’evoluzione e possano vedere in essa il segno storico della continua e dinamica azione metafisica del Creatore.

Se non ci sono dubbi non è scienza, è fede”, scrive Massimo. Io dico che, se non ci sono dubbi, è fideismo! Perché la vera fede è fidarsi di …, nonostante i dubbi. E il fideismo religioso, il credere acritico a Dio, mi preoccupa quanto il fideismo scientifico, con i conseguenti pregiudizi verso la vera fede religiosa, perché si pretende di sostituire la scienza alla fede.

Comunque il mio libro parla di anello mancante, perché non presumo di averlo trovato, ma pongo dei dubbi e delle domande per trovarlo insieme, in continuità e coerenza con ciascuna delle due distinte dimensioni umane della ragione e della fede.

Quindi, più che di certezze, si tratta di domande sull’uomo, per le quali propongo delle riflessioni, che nell’altro commento di Adelina Valcanover vengono definite “molto stimolanti. Insomma invita a pensare e allarga il cerchio in modo comunque convincente”.

Questo è l’obiettivo del mio libro, allargare il cerchio della discussione, aperta, senza pregiudizi di alcun genere!

Gino Cintolo

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