È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
UNA PASSEGGIATA IN MONTAIN BIKE
04 Set 2013 07:35
Gent.le direttore
Scrivo questa lettera aperta per porre all’attenzione di tutti l’incongruenza di alcuni punti del regolamento a tutela delle riserve ambientali, nella fattispecie quella della riserva dell’irminio.
Sabato 31 agosto 2013, insieme a mio figlio di 11 anni, decidiamo di fare una escursione in bici da Marina di Ragusa in direzione Donnalucata. Essendo amanti della natura, per respirare aria pulita e per evitare il rischio di essere investiti da qualche auto, all’altezza del vecchio depuratore svoltiamo a destra e ci inoltriamo lungo la spiaggia mettendo alla prova le abilità mie, ma soprattutto, quelle di mio figlio nel superare senza fermarsi la distesa di ciottolato che caratterizza quella spiaggia appena a monte della battigia. Grande entusiasmo di mio figlio che, nonostante il percorso fosse poco agevole, riusciva a starmi dietro. Lungo il percorso siamo costretti a scavalcare qualche muro causa il restringimento dell’area per via dell’erosione che rendeva stretto e pericolosissimo il passaggio, essendo a strapiombo sul mare.
Giunti dietro la ex fazenda ci avviamo per una trazzera, forse di proprietà privata, fino a giungere all’ingresso della riserva dove incontriamo un cartello contente l’elenco di una sfilza di divieti: “è vietato questo, è vietato quello , è vietato quell’altro”… c’era anche una guardia provinciale che ferma dentro la jeep con il motore acceso faceva il suo lavoro.
Non avevo intenzione di proseguire anche se sarebbe stato bellissimo godere del paesaggio, sapevo dell’assurdo divieto, mi fermo quindi accanto alla jeep e saluto l’agente il quale non perde tempo ad informarmi che non potevo stare lì con la bici.
Rispondo: “ si, ma da qui in poi”;
“NO da prima” pensando che venissi dalla strada provinciale;
Rispondo che da dove venivamo non c’erano avvertimenti del tipo.
“NON E’ VERO” il tono è da subito perentorio.
Non insisto più di tanto e cerco allora di fargli notare (ma erano delle riflessioni a voce alta) come non esiste un mezzo più ecologico della bicicletta e che tra me e lui chi stava inquinando era proprio lui che stava fermo con il motore acceso. A quel punto il tono diventa minaccioso e mi avverte che se fosse sceso dalla jeep e non me ne fossi andato mi avrebbe fatto una contravvenzione…
Non mi dilungo sulla corretta comunicazione che deve esserci tra utente e operatore, il punto che voglio porre all’attenzione di tutti non è questo quanto un altro e precisamente:
1) Perché mai deve essere vietato godere della bellezza di un posto come quello utilizzando la bicicletta in un percorso ben definito. Non dico proprio una pista ciclabile ma qualcosa che ci assomigli. Qual è la motivazione? Per favore cercate di spiegarmelo perché io non sono riuscito a spiegarlo a mio figlio.
2) E se, per assurdo, ne esistesse una, ditemi per quale motivo chi è preposto a vigilare non debba essere il primo a conformarsi alla regola. Non mi fate l’esempio di una strada chiusa al traffico che può essere percorsa dai mezzi di polizia o di soccorso (cosa di cui certamente sono d’accordo) perché in questo caso la tutela ambientale non c’entra niente.
3) Mi sforzo per cercare una possibile motivazione ed immagino che si potrebbero mettere a rischio cespugli o radici di particolare rarità ed a rischio di estinzione ma, nel qual caso, se proviamo a passarci sopra coi tacchi delle scarpe o con le ruote di una jeep e con le ruote di una bici, chi reca più danno?
4) Volendo essere ancora più pignoli e trasgressivi, perché mai non dovremmo potere passeggiare (sempre all’interno di percorsi stabiliti) con il cane tenuto chiaramente al guinzaglio e adottando i normali comportamenti del caso, vedi paletta e sacchettino?.
Sconosco a quale livello siano stati partoriti questi divieti, provinciale o regionale, di certo saranno state menti eccelse che di fatto sottraggono a noi tutti la piena fruizione di un ambiente “protetto”. C’è una domanda crescente di mobilità alternativa che i nostri amministratori soffocano in tutti i modi. Pensate quanto sarebbe bella una pista ciclabile lungo tutta la costa da Pozzallo a Scoglitti.
Lettera firmata
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