È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
UNA METAFORA DI MALTEMPO CON LA GIUSTIZIA NELLA TEMPESTA
11 Lug 2010 17:27
Il cortile della Villa Marchese Tedeschi e una splendida volta stellata hanno fatto da cornice, ieri sera, alla presentazione di “Mare forza 7” (Catania, Prova d’Autore), l’ultima fatica letteraria del giornalista de «La Sicilia» Michele Giardina. A fare gli onori di casa, dinanzi a un pubblico attento e numeroso, è stato il presentatore televisivo Giorgio Fratantonio che ha introdotto gli ospiti della serata. Sul palco, per i saluti di rito, sono saliti il sindaco Giuseppe Sulsenti, l’assessore comunale alla Cultura Attilio Sigona, il presidente nazionale del Movimento Azzurro Corrado Monaca e la presidente dell’Associazione culturale “Teti” Paola Giardina, che ha organizzato l’evento. Entrando nel vivo della presentazione, Lucia Trombadore, critico letterario, ha spiegato che nel libro la metafora del mare forza 7 è la giustizia nella tempesta. La studiosa ha individuato tre momenti, corrispondenti alle suddivisioni in capitoli. Mentre il primo può ascriversi al genere del pamphlet morale sul rapporto tra responsabilità individuale e delle istituzioni in merito all’ingiustizia, gli altre due si avvicinano al genere memoriale e poetico de “La Risacca”, di cui “Mare forza 7” è la continuazione e il coronamento. L’ultima parte del libro – in cui un gabbiano, un’allodola e un grillo sono metafora della sete di giustizia, della memoria e della morale – si ricollega alla prima attraverso il percorso dialettico “fatto – misfatto – esempio – mito – fatto”, dove l’ultimo approdo differisce dal primo per la nuova consapevolezza morale. Gino Carbonaro, editore e scrittore, ha individuato l’elemento ispiratore del libro nella ribellione contro le ingiustizie e ha messo l’accento sullo stile ellittico di Giardina, che rende la sua prosa unica e originale. «La riconoscibilità del suo stile, ha detto Carbonaro, sta in quelle pennellate di parole, in quel susseguirsi di frasi senza verbo, che già caratterizzano “La risacca”». Per Carbonaro, l’autore ha inteso proporre una riflessione filosofica sui limiti della giustizia, con esempi che vanno dalla storia alla microstoria e all’autobiografia. Giardina, nell’intervento conclusivo, ha rilevato l’ispirazione unitaria del volume e ha ricordato tre casi clamorosi di malagiustizia: quelli dell’on. Natalino Amodeo (13 mesi in carcere per l’accusa di un pentito, prima di essere assolto con formula piena), del corrispondente de «La Sicilia» Peppino Bongiardina (nonostante l’assoluzione piena, lasciò Pozzallo per la vergogna) e dell’allora sindaco di Ispica Quinto Bellisario (morì di cirrosi epatica «lui che non beveva nemmeno un bicchiere di vino» dopo l’esperienza del carcere conclusa con l’assoluzione per inesistenza dei fatti). Tre casi, questi, in cui un errore giudiziario ha distrutto o compromesso la carriera e la serenità di onesti cittadini. Nessun risarcimento potrà cancellare i segni indelebili di quell’esperienza. La forza interpretativa dell’attore e regista del Teatro Stabile di Catania, Miko Magistro, che ha letto alcuni brani del libro, e le note del giovane musicista Adriano Di Stefano, autore di una canzone ispirata al libro, hanno allietato la serata. Il libro da domani sarà in distribuzione nelle migliori librerie.
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