Una cena straordinaria con Oscar Farinetti alla Locanda Don Serafino di Ibla

Oscar Farinetti presenta il suo libro a Ragusa Ibla. È stato presentato ieri pomeriggio, al Teatro di Donnafugata di Ragusa Ibla, il nuovo libro di Oscar Farinetti, il fondatore di Eataly, “Ricordiamoci il futuro – Sette storie e un riassunto”. Padrone di casa Pinuccio La Rosa, proprietario di Locanda Don Serafino… conduttore Fabrizio Carrera, direttore di Cronache di Gusto. Biodiversità ed eccellenza italiana nel campo agroalimentare, i temi da cui Farinetti è partito per parlare del suo libro. Un libro dedicato al futuro sostenibile, dove, attraverso sette brevi racconti, partendo dalla scoperta del fuoco, per ripercorrere la storia dell’agricoltura e della pesca, del vino, della birra e dell’olio dà voce a Noè, Plinio il Vecchio, Tonino Guerra, Hemingway e altri *personaggi* del passato che, confrontandosi con generazioni differenti, esprimono la necessità di lasciarsi alle spalle le lamentele e le difficoltà del quotidiano, diventando i primi protagonisti del cambiamento. “Perché dei tre tempi della vita, passato, presente e futuro, quello su cui possiamo incidere di più con le nostre decisioni è il *futuro*, ma per decidere dove andare bisogna capire da dove arriviamo”. Dopo la presentazione del libro alla Locanda don Serafino si è svolta una verticale con i grandi Baroli della cantina Borgogno, di proprietà della famiglia Farinetti, in abbinamento ai piatti realizzati dall’executive chef due stelle Michelin della Locanda, Vincenzo Candiano. In abbinamento all’Arancino di tartare modicana farcito di stracciatella di bufala, corosta di risotto allo zafferano, datterini appassiti, maionese di sedano e sfere di asparagi l’annata 2010; alla Coscetta di faraona confit nell’olio extravergine e timo, purè di patate affumicate e tartufo siciliano, l’annata 1997; ai Pizzicotti farciti di Ragusano D.O.P. profumati alla salvia, porcini dell’Etna, l’annata 1982; al Suino nero dei Nebrodi brasato con “torrone salato” alla paprika, chinotto candito e insalatine piccanti, l’annata 1978; al dolce Modica & Langhe (Cioccolato Bonajuto e nocciole Gentile delle Langhe) l’annata1967. Gli abbinamenti sono stati pensati direttamente dal padrone di casa e dallo chef, che ha cercato di sposare dei piatti molto gustosi, creando in alcuni piatti un binomio, un po’ giocoso, tra Piemonte e Sicilia: come il primo, con cui ha rievocato la forma degli agnolotti del plin, e il dolce, dove ha utilizzato il cioccolato di Bonajuto, espressione di modicanità, la mandorla pizzuta, espressione di Sicilia e la nocciola, espressione delle Langhe. Molto soddisfatto Oscar Farinetti che ha detto: “È stata un’occasione straordinaria, ho conosciuto Pinuccio alla cena delle Soste di Ulisse, mi ha proposto questa cosa e ho detto subito di si, perché era tanto che sentivo parlare del suo ristorante e non ero mai stato. Mi avevano detto che era bellissimo, io l’ho visto ancora più bello. Ma quello che conta di più sono i grandi cibi che abbiamo mangiato ed è stato un onore poter abbinare i miei vini, che credo siano stati veramente all’altezza, un connubio perfetto. È rarissimo poter fare una verticale di questo tipo, con questi Baroli. I fratelli La Rosa sono stati capaci di creare in questo posto un’atmosfera perfetta, dove si respira Sicilia, dove c’è un grande chef, con i suoi piatti pazzeschi”. Molto soddisfatti Vincenzo, per il lavoro fatto assieme alla sua brigata, e i fratelli La Rosa per i quali è stato importante portare Oscar Farinetti a conoscere la realtà non solo del loro ristorante, ma anche di Ragusa, che lui non conosceva. Una grande opportunità anche per gli imprenditori dell’agroalimentare ragusano che hanno avuto la possibilità di parlare con lui direttamente, di conoscerlo e di dargli le loro proposte. “Quando le persone positive e ottimiste si uniscono, vengono fuori grandi risultati. Oscar è stato straordinario, oltre ad aver messo a disposizione i grandi vini della sua cantina per questa cena, è stato disponibile a incontrare imprenditori della zona, quindi una vittoria non solo per la Locanda Don Serafino, ma per tutto il territorio”.

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