UN SETTORE IMMOBILE

Egregio Direttore, le considerazioni che sto per esternare, inorridiranno ambientalisti e paesaggisti, ma sento di doverle fare.

Stamane avevo un’incombenza di quelle solite che i figli amano lasciare ai padri: mio figlio doveva portare a scuola un mattone forato e un mattone pressato, su richiesta del professore. Prima mi ha chiesto dove li avrebbe potuti recuperare, alla mia risposta che i depositi di materiale edile erano tutti fuori città, furbo, mi ha detto: “dal momento che non posso andar fuori città con il motorino, procurameli tu, per favore”.

Comincia così il mio occasionale contatto con il mondo dell’edilizia locale, di buon mattino.

Fuori dalla scuola dove ho accompagnato mia figlia incontro un conoscente che, più volte avevo visto, in città, presso cantieri di lavoro, impegnato nell’edilizia e gli chiedo: “ Tu lavori nell’edilizia, mi puoi indicare dove posso procurarmi due mattoni forati ?” La risposta esauriente è preceduta dalla precisazione “ una volta lavoravo nell’edilizia, ormai c’è pochissimo lavoro”. Ma non ci ho fatto tanto caso.

Mi reco quindi presso l’azienda che mi era stata indicata.

Arrivo nel cortile esterno della ditta, sconfinato, e comincio a girare con l’auto, perché non vedo nessuno: dappertutto regnavano un ordine e una pulizia inusuale per una attività di questo tipo: non c’era un mattone fuori posto, non un sacco di cemento fuori dalle pedane, i mezzi dell’azienda allineati e posteggiati come per una esposizione, tutto il cortile che sembrava pulito e lavato di fresco, una situazione certo non usuale per un posto solitamente quantomeno pieno di polvere di cemento.

Trovo finalmente qualcuno, chiedo per quello che mi occorre e vengo invitato a seguirlo con l’auto: dietro il capannone c’erano accatastati i mattoni forati, ma c’era anche una fila di camion, pulitissimi, di quelli che trasportano il cemento. Non posso far a meno di chiedere: “ma oggi, non si lavora ?”

Mai l’avessi fatto, ho dovuto sorbirmi mezzora di tragica lamentela di quello che era solo un impiegato della ditta il quale, parlando come se la ditta fosse stata sua, mi dice: “La situazione è tragica, i camion che lei vede erano costantemente in giro, non si fermavano quasi mai. Ora si è fermato invece il settore e anche noi siamo fermi. Può vedere che non c’è anima viva in giro. Non ci sono le grosse aziende edili, manca pure il piccolo artigiano che deve fare piccoli lavori. Una volta qui, di mattina, era un continuo via vai, continuando di questo passo, saremo costretti a chiudere”

Mi viene da pensare una cosa: “ Per tutti i disoccupati del comparto, presenti e futuri, non si potrebbero organizzare delle gite mattutine in giro per il territorio per ammirare il paesaggio ? “

Sarà, almeno, una forma di distrazione e di passatempo, quella di ammirare il paesaggio incontaminato dal cemento, per alleviare i disagi dell’anima e del portafoglio ?.

Lettera firmata

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it