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Un ragusano racconta Garlasco: finalmente tutto è più chiaro
18 Set 2025 08:39
La rubrica dello psicologo a cura di Cesare Ammendola
Carmelo Schininà. Per gli amici “Spampi” (nickname che gli ho inflitto solo io, e non chiedetemi perché). L’ho amato assai ieri l’altro. Direte che sono di parte. Perché sono ibleo anch’io e, aggravante, lo frequento amabilmente da decenni in amicizia e stima reciproca (lui crede). Sì. Lo frequento. A piccole, ma memorabili dosi. Come si fa con un liquore buono ben invecchiato nelle cantine delle idee. Nondimeno, credetemi, sono sobrio e lucido.
Ho adorato il registro scelto finora da Schininà nel nuovo programma de La7 “Ignoto x”, condotto magistralmente da Pino sornione Rinaldi. Una striscia giornalistica che indossa l’inimitabile stile “Armani” della testata e, concedetemi la licenza poetica, risente della professionalità di un Purgatori (voce di ruggine indimenticata). Un nuovo spazio di approfondimento (studio-strada-filmato) distillato dalla testata per fronteggiare (presumo) la concorrenza imponente sull’attualità nera pop e il giallismo ossessivo-compulsivo degli italiani di CSI e Criminal Minds decima stagione.
Cosa ho apprezzato? Ecco la lista dei cuoricini: umile, sobrio, non fazioso, non sensazionalistico, chirurgico nelle fonti, non rissoso, non allusivo, non apodittico, rispettoso di tutte le parti, non solo di una, attento alla sociologia antropica di un paese (delle sensibilità offesa e stanca di una umanità). Un racconto insomma giusto. E tuttavia sciolto ed espressivo nella loquela instancabile dei suoi due cyber-protagonisti. Il tutto in un report per niente banale o diplomatico, siccome nella gran stoccata finale: “Chi conduce le indagini oggi lo fa anche in modo tradizionale e ha delle carte che noi non vediamo. Si annunciano sorprese.”
Traduco liberamente: “Io, giornalista, vi informo già su quello che non so, perché so che quello che non so presto diventerà in tutti noi un immensurabile e fantasmagorico ‘Minchia!'”
Adoro tutto questo. Da terapeuta e da “aspirante giornalista dilettante”. Giornalismo. Con la S maiuscola. La S di Rinaldi in campo. E di Carmelo Spampi Schininà. (Sì, “Spampi” sta per “Spampinato”, focus di una bella inchiesta di nera dello Schininà). Un’offerta televisiva che si distingue nel caos per niente calmo delle curve e delle tifoserie, nel calderone delle diversamente insinuazioni, delle prese di posizione “ideologiche” dei miei colleghi in tv, di cui non invidio le certezze miracolosamente appese e misteriosamente basate sulle contraddizioni della realtà (e sulle amnesie evidenti delle “indagini pregresse”).
Ma sono stato maleducato. Per quei tre lettori che non conoscessero Garlasco e la tragica fine di una ragazza splendida (questo è innanzitutto Garlasco, non dimentichiamolo). Oggi, 18 anni dopo, grazie a nuove tecnologie forensi e a elementi investigativi mai approfonditi prima, la procura di Pavia ha riaperto l’inchiesta. Si aggiungono nuove testimonianze e rilievi tecnici mai completamente sfruttati all’epoca.
La riapertura dell’indagine non implica automaticamente la scarcerazione di Stasi o l’incriminazione di un altro soggetto, ma pone una domanda scomoda: e se la verità giudiziaria fosse sbagliata? Dopo anni di processi, perizie, appelli e polemiche, il delitto di Garlasco potrebbe avere ancora pagine da scrivere.
Alcune, come vi ho sempre detto, potrebbe scriverle un gatto. Mai sottovalutare i gatti. Io l’ho imparato a mie spese. I gatti non parlano. Ma non mentono. Mai.
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