UN QUARTIERE IN FESTA CON LA MADONNA DEL ROSARIO

Neppure le avverse condizioni atmosferiche hanno fermato, ieri sera, le centinaia di fedeli che hanno animato la processione del simulacro della Madonna del Rosario, ultimo atto della festa che per dieci giorni ha caratterizzato la vita parrocchiale della chiesa Ecce Homo. Il parroco, don Carmelo Leggio, il vicario parrocchiale, don Corrado Garozzo, dopo la celebrazione eucaristica presieduta da don Giorgio Occhipinti, hanno posto l’accento sulla devozione che garantisce un legame speciale tra i residenti di quest’area del centro storico superiore di Ragusa e la Madonna del Rosario. Presenti anche alcuni rappresentanti istituzionali cittadini, il presidente del Consiglio comunale, Salvatore La Rosa, assieme ai consiglieri Giuseppe Distefano e Filippo Angelica. La solenne processione, che è iniziata, subito dopo l’uscita del simulacro dalla chiesa, con uno spettacolo pirotecnico, è stata accompagnata dal corpo bandistico “San Giorgio – Città di Ragusa”. I fedeli, in corteo, hanno attraversato le zone più significative del quartiere, da via Roma a corso Italia, da via Gian Battista Hodierna a via Mario Leggio, portando il messaggio di speranza della Vergine, rivolgendosi in modo particolare agli ammalati, ai fanciulli, ai giovani. Nell’omelia della messa pomeridiana, prima dell’uscita della processione, don Occhipinti ha sollecitato i fedeli a riscoprire il valore della recita del Rosario e, più in generale, il valore della preghiera. “Bastano pochi minuti al giorno – ha detto padre Occhipinti – basta spegnere per pochissimo tempo la televisione la sera, per ritrovare una dimensione che, in molte famiglie, è ormai perduta. Il Rosario è una maniera per ottenere un contatto diretto con la Vergine, con Dio”.

“La festa di quest’anno – chiariscono i componenti del comitato organizzatore – ha visto la partecipazione di tantissimi fedeli, nelle varie giornate, perché è stata articolata in diversi momenti, tutti legati alla devozione nei confronti della Madonna del Rosario. Sono stati dieci giorni intensi, il modo migliore per iniziare il nuovo anno parrocchiale all’insegna della condivisione di certi valori religiosi”. (g.d.)

 

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