UN NUOVO UMANESIMO PER RIDEFINIRE IL SISTEMA ECONOMICO ATTUALE

Dalle ceneri del sistema finanziario occidentale può rinascere un modello economico vincente e compatibile sia con le problematiche caratterizzanti l’era della globalizzazione che con le potenze economiche emergenti ed i nuovi mercati mondiali?

Questo l’articolato interrogativo al quale hanno tentato di rispondere i relatori intervenuti al convegno “Economia etica – Un valore aggiunto per l’impresa?”, iniziativa del Rotary Club Hybla Heræa in collaborazione con la Camera di Commercio di Ragusa, gli enti locali e le associazioni territoriali iblee. Il dibattito, aperto dal presidente Rotary Club Hybla Heræa Francesco Amico e moderato dal giornalista Michele Nania, è stato animato dagli interventi del dottor Guther Reifer, coordinatore per l’Italia del movimento per l’economia del bene comune e fondatore del Terra institute – Bressanone, e dell’avvocato Salvatore Inghilterra, direttore generale della Banca Agricola Popolare di Ragusa. 

Seppur con analisi differenti entrambi i relatori hanno indicato come via per il cambiamento l’approccio umanistico alle problematiche economiche.

Un modello capitalistico ridefinito nella ricerca del bene comune può rappresentare un modello economico alternativo, questa la tesi di fondo dell’intervento del dottor Reifer, il quale ha affrontato il tema portando numerosi esempi di aziende che hanno aderito al nuovo paradigma aziendale del “Marketing 3.0 e dell’economia del bene comune”. 

“Creare un modello alternativo economico è possibile – afferma – solo se si allontana la ricerca del mero profitto per tornare alla prassi della cooperazione, nella libertà di mercato attualizzata agli ideali del bene comune. Lo strumento necessario viene definito dal bilancio del bene comune, una misura concreta di quanto una azienda persegue il benessere di tutti attraverso criteri ben definiti”.

Al centro dell’azienda quindi i valori alla base delle relazioni sociali quali la dignità, la solidarietà, la trasparenza, la democrazia e la sostenibilità. Una prassi vincente soltanto se le intenzioni delle aziende sono parallele a quelle dei centri di potere politico e sociale.

“Il movimento per l’EBC – sottolinea il fondatore del Terra institute – rafforza la consapevolezza verso un cambiamento del sistema e necessita di un processo partecipativo a livello sociale. Numerose aziende soprattutto del nord Europa rappresentano esempi vincenti di una nuova economia del bene comune, un modello di sviluppo positivo dai vantaggi non solo economici. Tali realtà imprenditoriali vivono di una nuova immagine nel mercato, un aumento motivazionale dei dipendenti e un’adesione alle politiche di sviluppo sostenibile portate avanti dai governi locali, soprattutto agevolazioni fiscali e corridoi privilegiati per gli appalti pubblici”.

Sebbene lo scenario rappresentanto dal dottor Guther Reifer tratteggi una economia apparentemente poco aderente alla realtà di tutti i giorni, il bisogno di una etica responsabile nel mondo finanziario ritorna anche nell’intervento del Direttore generale della Banca Agricola Popolare di Ragusa, il quale ha delineato per grandi linee lo scenario economico e sociale che dal 1970 si è progressivamente deteriorato fino all’odierno stato di crisi finanziaria. Un processo che, dalla contrapposizione ideologica e politica tra i valori derivanti dalla rivoluzione francese e quelli dell’economia centralizzata propri della rivoluzione russa, porta al consolidamento, nel mondo occidentale, del liberalismo, dottrina economica alla cui base si pone la rivalutazione dell’individuo ed il rispetto rigoroso delle regole e dei valori comuni.

“Forte della supremazia politica – spiega l’avvocato Inghilterra – il liberalismo occidentale comincia a degenerare trasformandosi in liberismo e poi fanatismo economico. Il Mercato finì con l’autoregolamentarsi, determinando una sopraffazione delle regole ed identificandosi con il fondamentalismo finanziario, ovvero la pretesa da parte dell’Economia di farsi primato rispetto ad ogni altro ordine del vivere civile. Queste le ragioni che hanno definito una delle più gravi crisi economiche e finanziarie dell’Occidente”.

Fattori sociali e non errori dal punto di vista economico. Un deficit di etica quindi, in un settore pervaso dal cinismo e dall’avidità spietata.

“Per uscire dal tunnel occorre quindi una nuova etica – sottolinea il DG della Bapr citando l’enciclica Caritas in veritate di Benedetto XVI -. Sarà necessario abbandonare il relativismo materialistico per ri-porre al centro l’individuo”. 

 

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