UN FILM SULL’OLOCAUSTO PER CAPIRE TANTI PERCHE’

Continuano le attività di formazione rivolte ai ragazzi dell’Istituto Majorana che il 12 Febbraio prenderanno il “Treno della memoria” per raggiungere dopo un lungo viaggio i campi di sterminio di Auschivtz e Birkenau. Lo scorso venerdì è stato proiettato nell’aula multimediale del dipartimento di Meccanica “Train de Vie”, un film del 1998 diretto dal rumeno Radu Mihaileanu: «abbiamo scelto di cominciare le nostre attività di preparazione al viaggio con questo film per introdurre i ragazzi all’argomento in modo soft, visto che si tratta di una commedia – spiega la docente Marinella Tumino – dopo la proiezione del film invece abbiamo mostrato ai ragazzi un documentario di testimonianze dirette di partigiani e ex deportati».

I ragazzi che intraprenderanno il viaggio del “Treno della memoria” non stanno nella pelle e sono sicuri che sarà un’esperienza irrepetibile: «l’obbiettivo di questa esperienza che stiamo per intraprendere non sarà sicuramente il divertimento – ci spiega Edoardo Nicita, uno dei 34 ragazzi che partirà – vogliamo invece comprendere quello che è successo affinché non si ripeta più».

«Tutti ci chiediamo come si possa annullare la mente umana in un modo così atroce, come si possa aver progettato una “Fabbrica dei morti” che ha distrutto la dignità di milioni di persone in una maniera a dir poco barbara, assurda».

Al momento i ragazzi stanno studiando i fatti storici che determinarono gli orrori dell’Olocausto, ma il loro più grande desiderio oltre alla mera conoscenza dei fatti sarà il cambiamento individuale, la presa di coscienza che poi deve tramutarsi in azione consapevole ogni giorno. Sono sicuri che sarà un viaggio interiore che condivideranno insieme e che al loro ritorno saranno persone diverse che rivivranno con altri occhi quello che hanno visto e soprattutto sentito col cuore.

Non hanno paura di vivere emozioni troppo forti, né che i sentimenti prendano il sopravvento: sono le emozioni che cambiano le persone e il loro modo di pensare permettendo di elevare a se stesso ciò che si è visto e trasformarlo in cambiamento positivo.

«Se Hitler fosse vivo e vedesse tutti i programmi tv cupi e noiosi sulla Shoah e sentisse tutti i pianti e i lamenti degli ebrei sarebbe felice. L’unica cosa con la quale possiamo umiliare i gerarchi nazisti, che sono ancora vivi in Sudamerica, è farli imbestialire e mostrar loro che siamo vivi, che non ci hanno distrutti, che il nostro umorismo non è stato cancellato dalle loro barbarie» (Radu Mihaileanu)

 

Martina Chessari

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