UN CONSULTORIO PER ACATE E LA PEDAGOGIA DELL’ASCOLTO

 

In occasione della recente inaugurazione a Vittoria del primo Consultorio Familiare ad ispirazione laureatana, è stato presentato il progetto “Spazio Ascolto Giovani”, frutto della collaborazione con il Kiwanis di Vittoria e una qualificata equipe di professionisti. Obiettivo? Offrire ai giovani uno sportello ascolto.

All’evento sono stati invitati il sindaco di Acate, Prof. Franco Raffo, ed il Delegato alla Cultura, Dott. Salvatore Stornello.

“Si tratta di un progetto interessante quello del consultorio- evidenzia Salvatore Stornello-  che si avvarrà dell’ausilio di professionisti capitanati dal collega Germano Missud, che apre le porte alla sofferenza dell’individuo e, attraverso un dialogo empatico e personalizzato, capire le problematiche adolescenziali. La direttrice, la Dott.ssa Delizia Di Stefano, conta molto sulla collaborazione tra diversi soggetti interessati a dare ascolto ai giovani e lavorare con le scuole. Particolare interesse ha suscitato l’intervento del Sindaco, Prof. Raffo, sul tema dell’ascolto”.

“Nel mio breve intervento- ha sottolineato il Sindaco Raffo- ho puntato  l’attenzione sulle problematiche  sociologiche e socio- pedagogiche approfondite nel corso della mia carriera di docente prima e di Preside dopo, e soprattutto sulla problematicità esistenziale dei giovani nella “Società della Conoscenza”, dove la globalizzazione ha annullato lo spazio-tempo, con ricadute non sempre positive o non facilmente gestibili dalle giovani generazioni, troppo spesso disorientate in un mondo sempre più sfuggente  e incomprensibile. I valori storici e fondanti  della nostra società sono entrati in crisi, avviluppati in processi comunicativi e di network sempre più spesso “selvaggi” e invadenti. Molti  giovani così vivono profonde crisi di identità”.

 “Pertanto, se i giovani di oggi vivono in un mondo dove i punti di riferimento tradizionali  non ci sono più: la famiglia, l’insegnante, la parrocchia, e cercano risposte nel mondo esterno e virtuale, cosa si deve fare? Una risposta potrebbe essere la “Pedagogia dell’ascolto”, in un contesto che veda più soggetti lavorare in sinergia per i giovani. Il Consultorio può essere una buona opportunità per lottare l’autismo tecnologico, eliminare interlocutori senza identità, ridurre le criticità cognitive e metacognitive e imparare a “navigare” con consapevolezza in un mondo senza confini. Lavorare sui processi di identificazione per dare identità ai ragazzi è una lotta impari, ma deve essere fatta.

L’iniziativa del Consultorio è nobile e va sostenuta, anzi estesa. A tal proposito ho chiesto di coinvolgerci nel progetto “Spazio Ascolto Giovani” e di lavorare insieme anche per la nostra comunità, insieme a Salvatore Stornello, interlocutore privilegiato dell’Amministrazione comunale”.

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it