UN COMUNISTA AL NIGHT

 Cosa ci fa Ciccio Schembari dirigente del movimento operaio in un night di nome Moulin Rouge a Vienna?

Ci sono tante belle donne che si aggirano tra i tavoli, c’è della musica molto invitante ma chi si arrischia ad invitarle?! Ho già speso ottomila lire. Fra mezz’ora comincia lo spettacolo di varietà, forse ci sarà lo spogliarello. Nell’attesa chiedo ad una bella donna carta e penna, questa mi dà uno dei blocchetti a strisce per le ordinazioni e scrivo.

Penso a come il movimento operaio potrebbe organizzare le vacanze. Il capitalismo disgrega, isola le persone e questo naitgh ne è una palese testimonianza. L’altra sera, al campo scuola CISL, il compagno Pino Simonelli ci ha intrattenuto con canzoni e poesie: è stata una serata fantastica. Vacanze autogestite! Un campeggio al mare, al mare di Ragusa, ottimo cibo, ottimo vino, ottimi film, musica, teatro, canzoni, poesie, giochi che uniscono.

Che ci faccio qua solo? Che si fa in un naitgh? Non so neanche come si scrive.

È arrivato un vecchietto distinto e si è seduto al tavolo vicino al mio. Sono curioso di vedere cosa farà. C’è altra gente. Che stronzi, sono in compagnia e però sono al night e quindi soli. Anch’io sono solo, eppure sono allegro. Sono in blue jeans, maglietta e sandali. Non voglio dire che, vestito così, sputo in faccia alla borghesia, è troppo poco. Ma è da ridere. È una questione di soldi, di solitudine e di movimento operaio. Potrei già andare via. Finire di bere il cognac compreso nel biglietto d’ingresso e andare via. O anche non finirlo. Mi fa ridere la società borghese. Il night è forse l’aspetto più ridicolo. Nondimeno la musica è dolce e le donne belle. Ma le compagne sono un’altra cosa. Queste donne mi lasciano freddo. Forse è perché non ho i soldi per pagarle.

Hanno spento la luce per lo spettacolo. Scrivo al buio quasi totale. Musica orientale. Una donna in costume giapponese al centro della pista. Sembra anche lei orientale o è solo truccata. Balla, ma fra poco si spoglia. Spero almeno. Per adesso tira fuori ventagli e ombrellini. Il vecchietto e altri due uomini soli guardano. Anche le coppie guardano. La giapponese va dietro un separé trasparente. Si spoglia. Verrà fuori? Viene fuori. Nuda. Del tutto. Ha seni piccoli molto carini. Va via.

Altro numero. Una coppia esegue una danza acrobatica. Si spoglierà anche questa? La ballerina fa finta di coprirsi il culo con la veste, poi si spoglia e si imbriglia con le bretelle di lui. La gente applaude. Sono molto ridicoli nel tentativo di far ridere. Ma più ridicola è la classe borghese. Eppure è difficile abbatterla. Forse sono ridicolo anch’io.

Un uomo solo s’è seduto al banco. Vorrà adescare una entraineuse? Vedremo. Mi sento una spia del movimento operaio nel covo della borghesia. L’uomo solo guarda l’entraineuse.

Sedia in pista. Luci spente. Entra in scena Cristina Veness. Gira attorno alla sedia, si spoglia e canta. Ha due seni favolosi. Ma anche un po’ di pancia. Si è tolta il primo slip e canta. No, non canta, fa solo finta. Sarà finta anche lei?! Ora è per terra con le cosce aperte verso di me. Si toglie l’ultimo slip. Il vecchietto accanto a me si agita. Questo rituale è il colmo della ipocrisia borghese. La classe borghese fa proprio pena. Non è per nulla credibile. Però è difficile abbatterla, cancellarla. Forse faccio pena anch’io. La non cultura della scuola mi ha fatto desiderare, per anni, una serata al night. Ora la trovo molto noiosa e ridicola. Poter scrivere questa cronaca per leggerla ai compagni mi diverte. Mi accendo una sigaretta.

Una donna canta. Il vecchietto va via. Torna. L’uomo solo al banco guarda l’orologio. Ci sono altri due, anzi tre, uomini soli, al banco. Una sedia in pista. Altro spogliarello?! C’è gente che beve champagne. Di nuovo buio. Entra una bella donna.  Bella ma non molto. Si spoglia con l’aiuto di un vecchio in prima fila, poi di un altro. Si fa dare un bacio. Continuerà a farsi spogliare? Sì. Si fa sbottonare la cerniera sul culo da un altro uomo. Ha belle chiappe ma non molto. Si fa togliere un indumento da un vecchio solo e con la faccia da cazzo, ed un altro da un giovane con accanto una ragazza. La ragazza ride, ma cos’ha da ridere?! È un invertito! Lo spogliarellista. È il colmo della società borghese: il mito del maschio e la sua impotenza.

Musica e poi altro numero. Un uomo e una donna in pista. Parlano. Che dicono? Che fanno? Forse è un prestigiatore. Brucia dei fazzoletti di carta che ritornano interi. Un ventaglio che produce coriandoli. Entra la partner, vecchia e grassa. Non si spoglia, spero! Parlano! Sembrano divertirsi. Ma che cazzo dicono? Vanno dall’uomo solo al banco. Gli mettono le mani in tasca. Se vengono da me gli piscio addosso. Stringono mani, frugano tasche e sottraggono orologi e portafogli. Dopo un po’ restituiscono il maltolto e tutti ridono. Ma quanto parlano prestigiatore e partner! Un vecchio borghese si presta al gioco e va in pista, il prestigiatore lo lascia senza cravatta e lui ride. Il vecchio vicino a me è andato via definitivamente e ne è venuto un altro. Una entraineuse fa un certo approccio ma va via. Al vecchio in pista sono scomparse anche le bretelle e tutti ridono. Io sorrido. Fine del numero. Il vecchio si rimette le bretelle, in pubblico e senza imbarazzo. Può perdere la dignità una volta tanto. Ha pagato per perderla!

È mezzanotte e continuano ad arrivare bottiglie di champagne. Di nuovo buio. Una musica dolce e uno che parla con voce calda. Arriva di nuovo Cristina Veness con un mantello nero. Solito rituale, mi godo la scena, è nuda.

In pista un uomo vestito a minchia alla chitarra hawaiana. Una entraineuse si siede accanto a me, mi guarda, segue lo spettacolo, mi guarda di nuovo, io la guardo, va via. Due innamorati ad un tavolo si baciano come colombi.

Annunciano un numerò extraordinaire dalle Filippine. Evviva l’internazionalismo! Musica da film e una donna con una calzamaglia dipinta da serpente, no è un uomo, si contorce su di un tavolino. Si riavvicina l’entraineuse di prima, ma stavolta è rivolta al nuovo vecchio seduto accanto a me. L’uomo serpente prende con i piedi una sigaretta accesa, la porta in bocca e un cappello in testa e, sempre con i piedi, riposa sigaretta e cappello, poi, con i piedi su due sgabelli e testa in giù, beve un bicchiere di vino poggiato a terra. Il vecchio e l’entraineuse si ammiccano a vicenda mente il contorsionista finisce il suo numerò extraordinaire con una spaccata aerea con le gambe in perfetta linea retta e i piedi poggiati sulle spalliere di due sedie. L’entraineuse lascia il vecchio e attacca bottone con l’uomo solo al banco. No, va via. C’è un’altra entraineuse. Che fanno? Boh, non capisco!

La giapponesina ritorna a spogliarsi. Stavolta in mezzo alla sala. Solito rito. Ha due seni veramente dolci. Arriva l’uomo coi coltelli e la bella. La nuova entraineuse è inquieta. Arrivano due coppie e l’entraineuse è costretta ad andare via. Forse vendere il corpo è duro come vendere la forza lavoro! Anche la bella tira i coltelli. Emancipazione femminile! Il cameriere usa con tranquillità il mio tavolo come supporto per lo champagne dei signori. Mi avrà contato i soldi in tasca! Suspense: lancio delle scuri. Tutto bene! Quasi, quasi mi verso un po’ di champagne. Me lo verso, buono! Entrano in pista i ballerini acrobatici. La giapponesina spogliarellista è in giro. Due uomini la chiamano al loro tavolo. Il night o come diavolo si scrive è pieno. Di nuovo il prestigiatore. C’è la cantante, si comincia a ballare e io vado a dormire.

Come si sprecano i soldi sottratti al lavoro e alle cose utili!

Ragusa, novembre 2007

                                                                                               Ciccio Schembari

 

Pubblicato sul numero 28 / 2007 “Generazione BOH” della rivista on line www.operaincerta.it

 

 

 

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it