UN CASO ECLATANTE DI FEMMINICIDIO NELLA GIORNATA CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE

25 Novembre 2015, Giornata contro la violenza sulle donne, a Perugia un agente immobiliare uccide con un colpo del suo fucile da caccia la moglie, avvocato ,a causa di un litigio per gelosia. Prima si è detto “davanti al figlio di sei anni”, poi questo particolare è stato smentito.

Immediatamente ha telefonato ai carabinieri e si è fatto trovare come impietrito.

Una conferma questa che il femminicidio, brutta parola, ma rende bene il fenomeno, è trasversale a tutte le classi sociali, chi uccide la moglie, la compagna, la fidanzata, può essere una persona di alto livello culturale, con una immagine pubblica di grande rispettabilità, con una professione prestigiosa e redditizia.

 Ai tempi della propaganda a favore del divorzio si diceva che questo avrebbe consentito di comporre i dissidi coniugali in maniera civile, ma, purtroppo, spesso a volere il divorzio è uno solo dei due conuigi, sino a qualche anno fa era il marito, ora sempre più donne vogliono crearsi una nuova famiglia e questo risulta intollerabile ai loro partners.

Tornando al fatto di cronaca  da cui sono partite queste riflessioni,  pare che questi coniugi litigassero molto spesso.

Quello che è assolutamente inaccettabile è il fatto che uno dei due ha creduto di poter concludere la discussione prendendo il fucile e sparando alla moglie per farla definitivamente tacere.

Si potrebbe a questo punto aprire una discussione sulla detenzione di  armi, ma si rischia di allontanarsi troppo dal tema di questo articolo.

Tra l’altro il femminicidio può essere eseguito  anche a mani nude o con un coltello di cucina.

Quello che, invece, va sottolineato è che durante un litigio, prendere un fucile, e si pensa che con un bambino in casa non sia a portata di mano, e sparare presuppone se non proprio la premeditazione, una decisione che chiede un certo tempo, anche se breve , per essere messa in atto.

Questa persona ha chiamato i carbinieri, si è fatto trovare impietrito, ci sono tutti presupposti perché si venga a parlare di raptus, di provocazione se la moglie nel litigio  non ha pesato le parole , e si sa che le donne possiamo essere urtanti quando ci mettiamo a parlare (!).  Insomma anche in questo caso gli avvocati della difesa e la magistratura troveranno il modo di ricorrere ad una condanna del tutto inadeguata, come in tanti casi del genere.

Una buona notizia viene dalla Spagna: il ricorso al braccialetto elettronico ha azzerato la reiterazione del reato di violenza contro la partner .

Quanndo potremo avere anche in Italia(con il triste primato del 35% di donne vittime di violenza) il ricorso a questa forma efficace di prevenzione?

Laura Barone

 

 

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