UN CARTELLONE ……E LE RIFLESSIONI

In una mattina di caldo, determinato  da “Minosse” così i meteorologi definiscono questa ondata di caldo asfissiante, sul litorale della zona che comprende Casuzze, Kaucana, Punta Secca, in uno degli esercizi commerciali,  posto sopra la fine  e  dorata sabbia dell’arenile, ecco che l’attenzione dei bagnanti si  è spostata non  verso il mare  limpido e cristallino, ma verso un cartellone.

Questo cartellone,  induce a diverse riflessioni.

La prima riflessione riguarda proprio il cartellone e la comunicazione: I cartelloni sono segno di democrazia.

Dagli scritti, più che della parola, nasce la discussione, da questa nasce poi lo scritto, è come chiedere se è nato prima l’uovo o la gallina, nel mio caso, dalla lettura di uno scritto è nata una discussione.

La comunicazione è  apertura di relazioni,  espressione di  sentimenti o di pensieri, senza dubbio è importante. La disponibilità a dialogare e ad ascoltare è uno degli elementi centrali di ogni processo di apprendimento educativo.

La comunicazione può essere: un monologo (conversare da soli), un dialogo (comunicare a più persone). Gli elementi fondamentali della comunicazione sono : l’emittente: chi invia il messaggio, il ricevente: chi riceve il messaggio, il codice:  l’insieme dei segni nei quali è formulato il messaggio. Dizionario della comunicazione sono: la lingua,  il linguaggio, i segni.

In ogni caso ecco che l’uomo si apre  verso l’altro uomo.  Nessun uomo è un’isola, vivere infatti significa aprirsi allo  scambio. Il dialogo è dunque fondamentale per ribadire in ogni momento  democrazia  e  libertà di parola.

Dunque avviciniamoci al cartellone e leggiamo cosa c’è nello scritto..

Due punti principali:

–       L’acqua, il bene più prezioso infatti  la maggior parte della superficie della terra è  acqua;

–       L’Italia  diventata un esercito di poveri;

Il continuo aumento del costo della vita, dei prezzi, delle tariffe, della sanità e perfino dei beni di primissima necessità ha creato un esercito di poveri. Qua non si pretende la ricchezza, ma un reddito dignitoso, un lavoro e un futuro per i giovani. Senza questi elementi sarà difficile che la condizione del Paese possa migliorare.

La crisi avanza e aumenta il numero degli italiani sotto la soglia della povertà. Cresce il tasso di disoccupazione. Cresce anche la disperazione e si moltiplicano i gesti estremi.

Tra acqua, luce, benzina, sempre più cara, telefoni e gas quando si sborsa al mese?

Si rimandano i pagamenti delle bollette. Si  vive con l’incubo che da un  giorno all’altro si presenti l’ufficiale giudiziario alla porta  con le cartelle di pagamento.

E il cartellone cita un punto molto dolente della situazione, la gestione molto privatistica dell’acqua da parte della ditta MEDIALE a Santa Croce Camerina.

Con il referendum  27 milioni di persone hanno votato per dire no alla commercializzazione  dell’acqua e quindi a mercificarla a darla in mano a faccendieri e trafficanti.

L’Italia non è povera di politica. Questo è anche il paese dei referendum che hanno salvato la Costituzione e l’acqua pubblica, dice Stefano Rodotà ex Vicepresidente della Camera.

Verrà archiviato questo ventennio come “burlesque”, un genere di spettacolo nato per divertire  ed ubriacare la povera gente, che ha profondamente inciso sul costume, sui comportamenti, sulla cultura e sulla politica.

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