UN BAGOLARO SFIDA IL CEMENTO E CONFERMA IL SUO NOME

La pianta che vi mostriamo con foto che speriamo rendano l’idea, si trova in via Palma di Montechiaro, al centro del Capoluogo.
Una delle tantissime piante di Celtis Australis, il suo nome scientifico, in italiano è il “Bagolaro” e in ragusano è conosciuto col bellissimo nome di “milicuccu”.
Lo abbiamo fotografato perché si tratta di un albero di circa sessanta anni d’età, in perfette condizioni di salute, florido e in questo periodo in piena attività biologica (il celtis è un caducifoglia, che in autunno perde totalmente le foglie annuali presentandosi con una livrea forse anche più bella di quella estiva, con il fittissimo intreccio di rami principali e secondari). Ma la foto che proponiamo è significativa – secondo noi – perché dimostra come il secondo nome italiano della pianta è perfettamente confermato: spaccasassi.
Il milicuccu di via Palma di Montechiaro è germogliato quando la strada era appena abbozzata, non ancora asfaltata. Poi è cresciuto e con esso anche l’arteria, bitumata ed anche abitata. Infine il muro di calcestruzzo che mette in sicurezza il muraglione che si affaccia sulla linea ferrata. Guardate cosa ha fatto di quel cemento il tronco dell’albero che giustifica il suo nome italiano: letteralmente spaccato, sollevato, sgretolato. Null’altro: volevamo soltanto rendere omaggio a questo splendido esemplare di una pianta che i botanici catalogano come “secondaria” perché non è autoctona (verosimilmente arriva dall’Asia), ma che per noi siciliani (cresce solo da noi e al Nord sopravvive solo la variante “occidentalis” che si plantuma lungo i viali anche di grandi città come Milano) è pianta spontanea ma bella, elegante, e a ottobre o novembre è un piacere non soltanto gustare i frutti, piccoli quanto dolcissimi, ma soprattutto sputare l’osso, durissimo, un tempo ormai lontano formidabile munizione di armi povere come le micidiali cerbottane che nei primi giorni di scuola erano il flagello di interi istituti, il nemico numero uno di maestre e presidi.

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it