ULIVI E CARRUBI DISTRUTTI IN BARBA ALLA POLIZIA PROVINCIALE

Apprendiamo, leggendo RagusaOggi, che la Procura della Repubblica di Ragusa ha aperto una inchiesta su due vicende simili, anzi identiche, per quanto non collegate direttamente.

Si tratta di due distinti episodi segnalati nel corso delle ultime settimane dal circolo ragusano di Legambiente. Il primo riguarda i carrubi divelti in un fondo privato sulla strada Santa Croce Camerina – Casuzze (per fare posto alla installazione di pannelli per la produzione di energia solare) ed il secondo riguarda la macchia mediterranea fatta di carrubi, olivi ed altre specie autoctone tirata via dalle ruspe che cavano la roccia in una zona rurale sulla Ragusa – Marina di Ragusa.

Che la Procura apra un fascicolo per indagare eventuali reati è cosa sacrosanta e, nel caso dei reati fossero stati effettivamente commessi, allora chiediamo seri provvedimenti nei confronti degli autori. È finalmente arrivato il tempo di essere severi con chi si macchia di reati ambientali generalmente intesi.

E la stampa tutta, per prima quella locale come il nostro quotidiano, ha il dovere non soltanto di riferire le notizie relative ad eventuali scempi e crimini di tale stampo, ma un dovere ancora maggiore, quello, cioè, di far sentire gli uomini e le donne della Procura in compagnia di uomini e donne che credono nella loro opera di repressione della criminalità e di garanzia verso tutti i cittadini che tengono una condotta onesta (e sono, per fortuna, ancora la maggioranza).

Altra notazione è doverosa: un plauso ai volontari di Legambiente che si confermano vere e proprie sentinelle del territorio (e stupidi, veramente stupidi se non in cattiva fede solo quei soliti benpensanti che, davanti ad uno scempio ambientale, gridano contro gli ambientalisti, perché “non ci sono”, quasi che Legambiente, WWF, Italia Nostra ed altri possano sorvegliare il territorio in maniera metodica e non, come invece avviene, raccogliere eventuali segnalazioni e darne un giusto seguito). E a proposito di segnalazioni. Viene sempre da chiedersi quale sia effettivamente il ruolo di uno speciale corpo di polizia quale è la Polizia Provinciale.

Un corpo alle dipendenze dell’ente di Viale del Fante che appare ricco in risorse, umane e finanziarie, con mezzi a disposizione e divise all’altezza. Eppure, non si capisce bene cosa faccia. I suoi agenti li si vede in tempo d’estate lungo le principali arterie provinciali a dare una mano, sempre utile, agli altri corpi di polizia, e ogni tanto nei pressi delle riserve naturali delle quali sono istituzionalmente responsabili. Ma, ad essere sinceri, si ha come l’impressione che il meccanismo, per quanto oliato e funzionale, non marci come potrebbe (e dovrebbe). Se Legambiente si accorge di un paio di ruspe che in una cava a pochi chilometri dal capoluogo estirpa ettari di macchia mediterranea, è possibile che la Polizia Provinciale non si accorga di nulla? Certo che è possibile, ma forse una maggiore attività da parte della Polizia Provinciale potrebbe rappresentare certamente un ottimo servizio che potremmo definire “preventivo”, e verosimilmente anche un ottimo deterrente verso chi ritiene l’ambiente solo e soltanto una risorsa da depredare.

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