TURISTA FAI DA TE

In tempi di crisi, di ristrettezze economiche, viaggiare diventa alquanto complicato, soprattutto se in famiglia si è numerosi.

Allora zainetto sulle spalle, pranzo pic-nic o panino con cotoletta o frittatina panata  e via in giro per la propria città, alla scoperta di quello che, correndo, ogni giorno non si riesce a vedere.

Il Siciliano che, con occhi da turista, riscopre la sua terra, le sue incantevoli bellezze e le meraviglie lasciate dal passato.

Trovarsi in luoghi vicini ma mai conosciuti.

Luoghi da incanto, da fiaba, con lo sguardo di chi per la prima volta vede qualcosa che ha sempre avuto sotto gli occhi.

La Sicilia, Sìcilia in siciliano, Siçillja in arbëreshë, Sicilèu in gallo- italico, Σικελία in greco , ufficialmente Regione Siciliana, è una regione italiana autonoma a Statuto Speciale di 4.999.932 abitanti con capoluogo Palermo.  La più grande isola italiana e mediterranea, la parte rimanente è formata dagli arcipelaghi delle Eolie, delle Egadi e delle Pegalie, da Ustica a Pantelleria.

Un vero e proprio gioiello italiano…

Fu conquista dei Greci, Romani  e, durante l’Alto Medioevo, soggetta ai Vandali, Ostrogodi, ai Bizantini agli Arabi  e ai Normanni sotto cui nacque il Regno di Sicilia, durato dal 1130 al 1816, subordinato alla corona degli Arabi di Spagna, al Sacro Romano Impero, e, infine, ai Borboni (poi divenuto Regno delle Due Sicilie)

La Sicilia, al pari della Campania, e preceduta soltanto dalla Toscana e dalla Lombardia, annovera sei siti insigniti di Patrimonio dell’Umanità conferiti dall’Unesco per la loro importanza storica, artistica, archeologica e naturalistica: La Villa del Casale (1997), la Valle dei Templi ( 1997), Le isole Eolie (2000), le Città tardo- barocche del Val di Noto (2002), Siracusa e la Necropoli Rupestre di Pantalica (2005), il Monte Etna (2013). Vanta, ancora, l’iscrizione dell’Opera dei Pupi tra i Patrimoni Orali e Immateriali dell’Umanità (primo Patrimonio Italiano ad essere inserito in tale lista (2001) nonché il riconoscimento come Bene Etno Antropologico dell’umanità della città di Catania per la Festa di Sant’Agata.

Dopo tale premessa, scoprire l’isola è come aprire uno scrigno ricco di oggetti d’oro, splendenti diamanti e

incantevoli gioielli che illuminano l’occhio umano ed arricchiscono la mente!.

Partiamo da  Palermo  (dal greco Pan-Ormos “tutto porto”), capoluogo considerato il punto nodale, culturale ed economico , tra il mar mediterraneo e l’Europa, Per questo motivo, in passato è state terra di conquista dei Sicani, dei Cretesi, degli Emiri, dei Greci, dei Fenici, dei Romani, dei Bizantini, degli Arabi, dei Normanni e degli Svevi , degli Angioini, degli Aragonesi, degli Spagnoli e degli Austriaci. Tutte questi popoli hanno lasciato monumenti e resti straordinari. Il nucleo originario della città fu fondato tra i corsi d’acqua del Kemonia e del Papireto. Nel IX d.c. , con agli arabi, la città definita “paradiso delle terre”, acquistò splendore.  Il Castello della Zisa, il Castello di Maredolce e il Parco della Favorita sono testimonianze di questo  periodo

Palermo fu la città dei cento Paesi in cui crescevano le borgate, espressione di un’economia del territorio in rapporto continuo con la città. Oggi il Centro Storico di Palermo è diviso in quattro mandamenti (La Loggia-Castellammare, Tribunali-Kalsa, Palazzo  Reale e Monte di Pietà- Capo) legati  alle due arterie storiche della città:il Cassaro e via Maqueda, strada perpedicolare alla prima e che, all’incrocio con questa, crea la piazza Quattro Canti di Città

Vagare per le vie di Palermo è come assistere ad una gigantesca parata di testimonianze appartenenti a civiltà disparate, ma intimamente fuse, che evocano i secoli nei quali sorsero le vicende storiche alle quali sono legate; ammirare tanti capolavori è come perdersi in qualcosa di eterno e di immutabile, proprio come vi si perde la gente che intorno ad essi vive, si muove e ne perpetua ricordi, tradizioni e leggende.

Palermo ha un clima dolcissimo: splende di colori lungo una riviera che rivaleggia per bellezza con le più celebrate del Mediterraneo, e siede in mezzo a boschetti d’agrumi, a ville e giardini d’incomparabile fascino. La città trasmette al visitatore una profonda, indimenticabile impressione.

Nel corso del suo celebre ”Viaggio in Italia“, Goethe scrisse:

“Italien ohne Sizilien macht gar kein Bild in der Seele: hier ist erst der Schlüssel zu allem“
(L’Italia senza la Sicilia non lascia immagine nell’animo: qui, solo qui, è la chiave di tutto).

Il viaggio siciliano ha inizio con la sbarco a Palermo il 2 aprile 1787: la descrizione del Monte Pellegrino, definito il più bello di tutti i promontori del mondo, e di tutta la conca di Palermo colpisce per il profondo coinvolgimento emotivo dello scrittore tedesco. A Palermo Goethe ha modo di trascorrere la Pasqua e di ammirare le bellezze di una città per lui magica; è colpito dai colori e dai profumi della Villa Giulia e dall’austerità quasi primitiva del Santuario di Santa Rosalia. In Sicilia, Goethe lavorò al progetto del dramma Nausicaa (rimasto incompiuto), sotto l’influsso di colori e luci che gli parvero proprio quelli della giovane figlia di Alcinoo. Sotto la suggestione di un panorama che lascerà una profonda traccia nel suo animo, lo scrittore tedesco, anni dopo ricorderà l’amata Sicilia in una delle poesie più belle mai scritte:

 “Kennst du das Land, wo die Zitronen blühn?”

(Conosci la terra ove fioriscono i limoni?)

in cui trapela un incontenibile senso di nostalgia per la terra che, a giudizio del genio tedesco, era davvero la chiave di tutto.
Leggenda vuole che il più antico nome di Palermo sia stato Tsits (o Ziz), che significa “splendida”, “fiore”; e veramente la città si mostra come un fiore gaio e odoroso, in una ridente spiaggia davanti al mare azzurro. La città – capoluogo della Regione Sicilia e della provincia omonima – è il centro principale dell’isola e fu sempre celebrata per la posizione pittoresca, sul margine della famosa Conca d’Oro, in mezzo ad una corona di monti magnifici. La città si estende, infatti, lungo il pendio della fertile zona agricola coltivata ad agrumi, tra il Monte Pellegrino e il Capo Mongerbino, mentre, verso l’interno, sale fino a Monreale, dal cui belvedere, sospesi nello spazio, si entra dentro la Conca d’Oro, se ne fa parte. I monti la incoronano, i giardini la vestono di verde, il mare l’accarezza, il cielo la ricopre con il suo velo azzurro e viene al cuore il lontano canto del poeta arabo Jhr Zaffir:

Posa un fianco sul mare come su un divano di seta.
Il sole le splende sul capo, aureola d’oro, frutti belli e saporiti.
D’inverno gli alberi hanno il fuoco nelle foglie e l’acqua nelle radici.
Palermo, la favorita di Dio!
E Dio qui si fermò nel giorno della creazione! Dio clemente,
abbi pietà, nei giorni dello sdegno e della giustizia,
di Palermo che alzò cinquecento moschee a lodare la tua magnificenza!

Ed ancora.

Mondello è una frazione e località turistica di Palermo, racchiusa da Monte Pellegrino e Monte Gallo. Distaccata dalla città dal Parco della Favorita, è raggiungibile per mezzo dei tanti viali reali alberati o tramite collegamenti secondari.

 

La zona è rinomata per la spiaggia, che rappresenta uno dei lidi più ambiti della Sicilia, per le sue numerose ville in stile Liberty, note come migliore espressione dell’Art Nouveau in Italia, e per i siti di interesse storico. È sede del World Festival on the Beach.

Mondello è caratterizzata da un golfo sabbioso dai colori tropicali che va da Monte Pellegrino a Monte Gallo, con un litorale di sabbia bianca finissima lungo al giorno d’oggi poco più di 1,5 chilometri.

 

Il paesaggio è influenzato dalla Riserva naturale orientata di Capo Gallo e dalla riserva di Monte Pellegrino, definito da Johann Wolfgang von Goethe “il promontorio più bello del mondo”.

 

È presente anche una delle più belle gallerie di ficus benjamina della città di Palermo. La galleria si trova nel viale degli Iris, nel tratto compreso tra il viale Principe di Scalea ed il viale del Pioppi, non lontano dalla piazza Valdesi alle spalle del Commissariato di Polizia

Successivamente alla bonifica, la zona suscitò un forte interesse. Nel 1906, Luigi Scaglia, un imprenditore milanese giunto a Palermo per seguire la Targa Florio, restò incantato dalla bellezza del luogo, vedendo in esso qualcosa di ben più importante dei primi stabilimenti balneari estivi costruiti in legno. Nel settembre dello stesso anno presentò al Comune di Palermo un progetto di sfruttamento della zona, accompagnando la relazione con una nota di entusiasmo:

 

Il fine precipuo, o Signori, che si propone di raggiungere la Società che io ho l’onore di rappresentare, è quello di exploiter Mondello. Chi ha veduto una volta sola questo lembo di paradiso non può non chiedersi meravigliato come mai esso non sia il ritrovo quotidiano di quanti cercano nella visione del Bello ristoro e conforto (…). Nessun pittore ebbe mai nella sua tavolozza tanta varietà di verde quanto ne offre all’occhio estasiato l’immenso bosco di agrumi, di ulivi, di carrubbi che circonda, digradante al mare, il bel golfo turchino, specchiantesi in un cielo più turchino, chiuso tra il superbo monte Gallo e il nostro Pellegrino, sacro al poeta».

Forse non basterà una settimana per conoscere Palermo e troppo e troppo….

Allora facciamo una settimana a Catania. Domani. Vi aspetto  II parte.

 

 

 

 

 

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