TURISMO, QUESTO SCONOSCIUTO!

E’ sempre difficile accostarsi all’argomento turismo, non tanto per la complessità del settore che coinvolge aspetti diversi del marketing  turistico e spazia su materie spesso attinenti come l’economia dei servizi ricettivi e il più vasto campo dei beni culturali, quanto, piuttosto, per una naturale ritrosia a cadere in un crogiuolo di polemiche e di posizioni diverse che scaturisce dalla presenza di innumerevoli ‘attori’  del settore, quasi sempre ‘esperti’ della materia.

Sta di fatto che, dopo anni, di UNESCO, fiere, azienda turismo, distretti turistici, libri, guide, cartine e siti dedicati, sembriamo ripartire dall’anno zero. Si ha l’impressione che nessuna delle cifre stanziate negli anni possa essere considerata come un investimento fatto. Sono andati perduti ingenti stanziamenti solo a livello locale, se consideriamo le spese regionali si perde il conto.

Nessuna delle campagne promozionali messe in atto in passato, lascia intravedere qualche residuo benefico effetto. Si deve considerare che, anche a livello regionale, si è confuso il settore del turismo con quello dello spettacolo, secondo una tendenza ormai in voga, per cui la promozione turistica si deve basare sull’organizzazione di grandi eventi e di spettacoli per attirare il pubblico, tendenza che sarà accresciuta notevolmente con la presenza del nuovo assessore regionale che nel settore dello spettacolo, per il suo mestiere di artista, è particolarmente esperto.

Come ho accennato all’inizio, sono tanti gli ‘attori’ coinvolti nel settore che la discordanza i vedute sarà, sempre, quasi fisiologica. Anche in passato, contribuendo a creare un processo comunicazionale disaggregato, si è passati dalla necessaria promozione del territorio, nel suo insieme, alla promozione di singoli comparti, per cui una volta l’archeologia, una volta l’agroalimentare, un’altra l’enogastronomia, poi il porto turistico, ancora dopo l’aeroporto, per tornare ai beni Patrimonio Mondiale dell’Umanità passando per l’artigianato tipico e i beni naturalistico ambientali.

Sicuramente ogni comparto, se sostenuto da una buona promozione, avrà attirato flussi turistici, ma in forma non costante e poco organica.

A ciò si aggiunga che, in passato, nonostante gli sforzi dell’Ente Provincia, e prima dell’Azienda Turismo, non si è riusciti a presentare organicamente plasmati i dodici Comuni che, spesso, quando c’erano i soldi, si avventuravano in iniziative unilaterali dagli esiti abbastanza dubbi.

D’altra parte pochi amministratori si affidavano a persone esperte  e accadeva anche che materiale turistico veniva impostato secondo i gusti dell’impiegato dell’ufficio turistico o, peggio, sulla limitata disponibilità di fondi, pretendendo di soddisfare determinate esigenze con quel poco che c’era a disposizione.

Si arrivava alla pubblicazione di materiale turistico che, spesso, era ricercato solo per le inesattezze riportate e per le umoristiche definizioni che lasciavano trapelare solo l’improvvisazione di incapaci che trovavano nell’ente pubblico un sostegno di tipo assistenziale.

Valga per tutti la famosa definizione del ‘biancomanciari’, che avrà fatto il giro del mondo attraverso la cartina incriminata, composto di gelatina e limone !?!

Con la crisi dei bilanci degli enti pubblici, forse diventerà una necessità, se non un obbligo, pensare ad azioni unitarie. D’altra parte continuare a sperare e a vivere attirando turisti, ora per l’archeologia, ora per l’enogastronomia, ora per il mare, sarà una strada senza uscita.

Siamo già in grave ritardo per delle politiche di coordinamento che si impongono, per esempio, sulla scia dell’apertura dell’aeroporto.

Se i flussi turistici serviranno per sostenere l’industria ricettiva, sarà un incentivo alle attività economiche, attirare turisti deve significare, invece, non fare trovare chiese e musei chiusi, fornire supporti audiovisivi nei vari siti, provvedere alla redazione di materiale turistico che deve essere specifico e diverso per la promozione e per le visite sul posto. Si spera che sia finito il tempo dell’assessore che si reca fuori dal territorio, per lavoro o per svago e, al ritorno, pretende di riprodurre materiali visti altrove, senza capire che un segnalibro o un calendario hanno motivo di esistere dove già c’è un mare di materiale turistico, non dove si è arrivati, come accaduto tempo fa, a dare ai turisti fotocopie di una cartina andata in esaurimento.

Purtroppo è notizia di oggi la fisiologica discordanza di vedute di cui accennavo: da una parte Provincia e aeroporto che decidono di andare alla BIT, come non si sa, dati i tempi, dall’altra operatori turistici e un consorzio locale che, senza mezzi termini, stroncano l’iniziativa.

Se questo è il decollo della nuova promozione del territorio, siamo a posto.

Per concludere vorrei lanciare il suggerimento di due iniziative, piuttosto empiriche ma che potrebbero dare buoni frutti, almeno in termini di sicuri riscontri.

Una è destinata ai viaggi della speranza, cioè alla partecipazione alle varie fieri e borse del turismo: perché non programmare il rilascio, in fiera, di coupon ai visitatori dello stand e ai tour operator che, una volta riportati dal turista sul territorio valgano sconti o beni in natura (prodotti tipici, vino, olio, dolciumi etc) per chi pernotta una o due notti in provincia?

Si potrebbe avere così un controllo diretto dell’efficacia delle varie partecipazioni e del riscontro anche temporale delle promozioni e delle partecipazioni.

Altra iniziativa, senza dubbio più costosa ma altamente efficace, sarebbe quella di organizzare un importante convegno sul turismo, potrebbero essere tanti gli argomenti da trattare, dedicato precipuamente ai giornalisti e alla stampa di settore. Tutti ospiti del territorio per un weekend, con famiglie, fidanzate o compagni. Un redazionale sarebbe assicurato da tutti, dal ritorno paurosamente efficace. A patto di far trovare le chiese aperte… ma anche l’aeroporto!

 

 

 

 

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