TRUFFATO DAL WEB E SAPPIAMO ANCHE DA CHI

Caro Franco,

come amico e come attento lettore del tuo giornale on line, permettimi questo sfogo: lo sfogo di un cinquantenne che ha seguito un po’ la nascita e la crescita dell’informatica di massa, che ha in parte previsto (ed utilizzato) le enormi potenzialità che si nascondevano dietro il mondo dei bit, ma che adesso con amarezza si accorge che l’utilizzo improprio di queste energie può creare molti più danni di quanto si possa prevedere. Sono stato un sostenitore, in anni difficili per l’informatica quali gli anni ’80, della enorme potenzialità che poteva avere la telematica e l’informatica, mi sono imbarcato senza timore nell’avventura della telematica intuendo quali conseguenze meravigliose potessero avere per la conoscenza umana la trasmissione in real time di immagini, suoni, documenti, informazioni e qualsiasi altra cosa che si prestasse alla digitalizzazione. Poi è venuta internet e queste potenzialità si sono amplificate a dismisura rendendo il mondo piccolo e a portata di mouse. Anche il mondo del lavoro ha avuto un impulso non indifferente da questo modo di concepire lo scambio di informazioni: cosa c’è di più bello di andare a guardare un oggetto prodotto in Cina, impossibile da trovare in Italia, guardarlo ed acquistarlo con un semplice click?

Il commercio elettronico ha permesso tutto questo, ed ha permesso ovviamente di creare posti di lavoro impensabili per le spese di gestione nel mondo fisico. Sono perfettamente conscio che è l’uso distorto del mezzo a creare danni e non il mezzo stesso (è come se volessimo criticare l’inventore del coltello e non l’omicida che ne fa un uso improprio), però, pur essendo consapevole che spesso le norme sono più deleterie della loro assenza, non posso che auspicare, (e anche tu non potrai non essere d’accordo con me, dopo che ti racconterò questo episodio), regole certe e punizioni esemplari e soprattutto rapide per chi si nasconde dietro ad un monitor per delinquere. Perché il reato commesso nel mondo fisico ha una sua valenza penale non indifferente, ma commesso con l’inganno e la perfidia, carpendo la buona fede delle persone oneste, nascondendosi dietro “nick”, posizioni “troll” o siti fantasma rende il reato ancora più odioso e meritevole di condanne più pesanti. Ma in Italia così non è! Il primo gennaio di quest’anno, avendo bisogno di un mini proiettore da utilizzare nelle mie presentazioni professionali, ed avendone individuato un modello particolare, che faceva al caso mio, mi mettevo a fare un giro sui siti che danno delle indicazioni sul prezzo e sulla qualità dei siti che trattano quei determinati prodotti. Il sito “WWW.CIAO.IT”, che viene indicato addirittura come un marchio di qualità per i siti che sponsorizza, mi indirizzava al sito “WWW.MADHITECH.COM”, descrivendolo come il migliore per il prodotto che cercavo in riferimento al rapporto qualità/prezzo. Visitavo il sito: si presentava molto professionale, con gli oggetti ben ordinati, con un motore di ricerca, con una registrazione obbligatoria da fare, con tutti i diritti ben scritti in evidenza e con tutti gli accessori che rendono un sito non sospetto. Un solo dubbio mi assaliva, il pagamento con “Paypal” era sospeso per strani motivi amministrativi, ma era possibile utilizzare il bonifico bancario.

Mi decido, tutti i miei sospetti erano stati messi da parte, mi registro e faccio l’ordine per un importo di €. 140,00. Mi arriva la mail di conferma con le coordinate bancarie per effettuare il bonifico, eseguo il bonifico immediatamente, visto che ho la possibilità di farlo on-line, da allora (2 Gennaio) buio e silenzio totale. Il mio ordine risulta sempre in attesa di pagamento nonostante la mia banca abbia fatto l’accredito il giorno stesso, il tizio non risponde alle e-mail, il telefono è sempre occupato o irraggiungibile o con segreteria telefonica. Subodoro l’inganno: collegandomi in internet vedo che purtroppo non sono l’unica vittima, anzi è stato pure creato un gruppo su Facebook di oltre 150 persone che hanno subito la mia stessa, se non più grave economicamente, disavventura. Ma questo è niente perché a questo punto, visto che da tutta Italia sono partite decine e decine di denunce sia alla Polizia Postale che alla Gdf, si dovrebbe presumere che qualcuno metta un freno o impedisca l’esecuzione di ulteriori reati impendendo ad altre persone di rimetterci i propri sudati guadagni. E invece niente, a distanza di giorni e giorni dall’allarme dato il sito continua ad essere attivo e ricevere ordini per oggetti che non spedirà mai. Così viene tutelato il cittadino? Ma non si parlava di prevenzione dei reati?

Lasciamo perdere quelli già commessi, per cui auspico un’azione forte soprattutto nei confronti diwww.Ciao.it, di risarcimento, ma è mai possibile che in Italia non esistano leggi che tolgano di mano l’arma a chi sta commettendo reati imperterrito. Concludo questa mia lettera con grande amarezza, nella consapevolezza che in tutta questa storia non ci rimetterà chi ha scelto la strada più breve per arricchirsi, ma le decine e decine di commercianti onesti che hanno scelto internet come vetrina per i loro prodotti e che vedranno giorno dopo giorno diminuire il loro volume di affari per il timore che suscita acquistare in un mondo non fisico ma virtuale. Io sarò sicuramente uno di quelli.

Ed in ogni caso lanciamo l’allarme, sostituendoci noi a quello che dovrebbero fare le autorita’, per tutti i lettori del giornale: evitate di acquistare su questo sito: vedreste solo sparire i vostri soldi

Con grande stima, ti auguro buon lavoro.

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Di solito non pubblichiamo i siti Web “sospetti” anche per evitare di prenderci una querela. Ma questa volta trattandosi del dott. Guglielmo Trovato, grande “vecchio” amico nostro non solo pubblichiamo tutto (nome, cognome,  luogo di residenza) dei truffatori ma invitiamo i nostri lettori a non fidarsi ed a stare attenti ai nominativi che ci vengono segnalati dai nostri lettori specie se super galantuomini come il dott.Trovato

Franco Portelli

 

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