Truffa bonus fiscali covid: soldi da Modica verso i paradisi fiscali

Anche da Modica i fondi covid arrivavano nei paradisi fiscali. Sono queste le risultanze della maxi inchiesta della Procura di Rimini sulla maxi truffa del credito d’imposta sui fondi covid.

Giuseppe Felice Guttadoro, 62 anni, viene considerato una figura chiave. Ma fra i Siciliani coinvolti nell’inchiesta anche due modicani: Franco Restivo Gintoli (nato in Venezuela, ma residente a Modica), Francesco Cassarino, che è modicano di nascita. C’è anche la trapanese Francesca Barbiera, di Paceco. A quest’ultima viene attribuito un ruolo di maggiore spessore. Sarebbe una prestanome della società mantovana Domus srl che avrebbe contribuito a creare 14 milioni di euro di crediti d’imposta fasulli.

Gli indagati, fra persone fisiche e società, sono 78 (leggi qui tutti i nomi), e ciascuno avrebbe contribuito alla frode da 440 milioni scoperta dai finanzieri del Comando provinciale di Rimini. Gli investigatori sono partiti dalla città dell’Emilia Romagna, sono passati dalle regioni di mezza Italia, Sicilia compresa, per approdare a Madeira, Dubai e Cipro, e cioè i paradisi fiscali dove finivano i soldi del credito di imposta.
Il Covid ha messo in ginocchio l’economia e il Governo nazionale ha provato ad agevolare le imprese con i crediti di locazione, il “Sismabonus” e il “Bonus facciate”, introdotti con il “Decreto rilancio” del 2020. Chi ha dimostrato di avere avuto un calo di fatturato e in contemporanea di avere sostenuto determinate spese può ottenere un credito di imposta e cioè uno sconto sulle tasse da pagare.

Le imprese hanno trasformato in crediti con l’erario il 60% del canone di locazione di immobili per uso non abitativo, il 30% dell’affitto del ramo d’azienda e le spese di ristrutturazione e riqualificazione. Qualcuno a Rimini e dintorni ha capito che si poteva creare un mercato nero, partendo dal fatto che i imposta possono essere ceduti. L’organizzazione criminale ne ha creato di falsi, ceduti a pagamento ad istituti bancari e finanziari o società private. Gli acquirenti credevano di fare un affare ed invece in mano si sono ritrovati delle patacche. I soldi, questi sì veri, incassati dai venditori, sono finiti in giro per il mondo o investiti per comprare ristoranti, immobili e società.

Insomma per alcuni il Coronavirus è stata una manna dal cielo. “Non ne hai idea di quanti cazzo di soldi hanno fatto… non sanno più dove andare ad aprire i conti correnti in giro per il mondo per mettere i soldi, ma noi ci stiamo dietro…. ci stiamo dietro, a ruota stiamo andando, però dobbiamo stare attenti”, diceva Nicola Bonfrate, altro presunto capo dell’associazione e in sintonia con Guttadoro.

“A chi li carichi (i bonus ndr)? A queste? Le società sono buone?”, chiedeva Guttadoro a Bonfrate. Perché questo era il passaggio fondamentale: serviva un reticolo di società pronte a stare al gioco sporco.

Così avrebbe fatto, ad esempio, all’associazione culturale “Marinara” che risultava avere maturato un credito di imposta milionario per via dei contratti di locazione pagati nel 2020 e 2021, mentre in realtà, secondo l’accusa, erano stati realmente sborsati appena 3.500 euro. Guttadoro ha comprato i crediti farlocchi con la sua Edil Centro srl e poi li ha monetizzati cedendoli a terzi.

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