TRUFFA AL MONASTERO DI CHIARAMONTE GULFI

Al termine di una serie di tortuose indagini i Carabinieri della Stazione di Chiaramonte Gulfi hanno deferito in stato di libertà S. A., pregiudicata catanese cl. 71 per il reato di truffa. 

Il tutto ha avuto inizio il 15 dicembre 2012, quando una signora si era presentata presso un Monastero di Chiaramonte Gulfi chiedendo di conferire con una sorella, incontro che era riuscita ad ottenere nella sala del parlatoio con una di loro. Qui raccontava di essere stata fermata e contravvenzionata per mancanza della copertura assicurativa, da una pattuglia delle Forze dell’Ordine, motivo per il quale aveva assoluto bisogno di una somma pari a 500 euro per sottoscriverne una nuova e portarla in visione al primo ufficio di polizia. La donna, parlando in modo pacato e con frasi riguardanti la carità di Cristo, riusciva a convincere la suora a farsi consegnare il denaro richiesto in contanti dicendole, inoltre che era di Chiaramonte e che frequentava la chiesa. Ricevuta la somma, la signora prometteva di restituirla il sabato successivo, al termine della funzione religiosa prevista nella prima mattinata.

Inoltre, le lasciava anche appuntato su un bigliettino un numero di cellulare dove contattarla. Verso i primi giorni del nuovo anno, la sorella, non riuscendo più a contattare la signora e non avendo ricevuto la somma, decideva di denunciare tutto ai Carabinieri del comune ibleo fornendo una descrizione sommaria della malfattrice, ovvero una donna bionda di bella presenza, vestita piuttosto bene. La vittima aggiungeva che la malfattrice, nell’esprimersi, ostentava una inflessione dialettale siciliana. A seguito della denuncia, i Carabinieri, dopo una serie di accertamenti, riuscivano ad individuare la truffatrice, la quale veniva riconosciuta anche dalla denunciante. Si tratta di un signora resasi già responsabile di altri raggiri nei confronti di monasteri e chiese; infatti, contattando il numero di cellulare che la stessa aveva consegnato alla sorella di Chiaramonte, l’interlocutore informava i Carabinieri di essere già stata contattata da almeno 15 persone differenti con prefissi della provincia di Catania e Siracusa.

 

 

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