Trivelle nel ragusano? Scicli dice no

E’ notizia di pochi giorni fa: il Piano Piteasi per la transizione ecologica prevede che anche in Sicilia e in particolare in provincia di Ragusa si provveda ad effettuare scavi e trivellazioni per l’estrazione di materia combustibile come petrolio e gas.

Un piano che non piace a molti, per due motivi: innanzitutto, perchè di ecologico non ha proprio niente, dato che si parla di ritornare a estrarre materie altamente inquinanti e poi perchè alcuni siti interessati (praticamente quasi tutti), sono vincolati da piani paesaggistici e richiamano una forte presenza di turisti per il loro valore naturalistico e culturale.

Una di queste città interessate alle trivellazioni è Scicli, o meglio, la sua costa. Una città che come tutti sanno è patrimonio dell’UNESCO e ha un’altissima concentrazione di beni paesaggistici. Il sindaco Enzo Giannone dice no a questo piano, e sostiene che continuerà la sua battaglia nelle sedi opportune, dove già si era opposto, tra l’altro.

“Noi siamo per la riconversione del sistema energetico del Paese dalle fonti fossili a quelle pulite”, dichiara. C’è da dire, tra l’altro, che le eventuali estrazioni di petrolio siciliano rappresenterebbero soltanto il 6% del nostro fabbisogno. Un numero, dunque, ridicolo, soprattutto se consideriamo l’eventuale danno ambientale che ne deriverebbe.

Giannone conclude: “Il Mediterraneo e la Sicilia non possono essere ulteriormente violati dalle trivelle. Sono troppi i danni che si rischiano a paesaggio, turismo, mare e sottosuolo permettendo la ricerca e la conseguente estrazione di idrocarburi. Fra l’altro, il livello di rischio sismico nel territorio è massimo ed è classificato come “altamente probabile” con possibili effetti nefasti per l’ambiente e la popolazione”.

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