TRAI I PARERI DISCORDANTI DEGLI ESPERTI SI PREANNUNCIA LA “RESURREZIONE” DEL MONASTERO DI GESU’ A IBLA

 

Sembra procedere con celerità la prima fase di valutazione del progetto relativo al nuovo Museo Archeologico di Ragusa. Si tratta di un’idea pensata per accogliere i reperti archeologici  dell’intera provincia iblea, al fine di evitarne la dispersione e la rovina.

 

Il Monastero di Gesù, sito a Ragusa Ibla, è stato scelto come potenziale sede per la realizzazione  di questa interessante opera pubblica. Ristrutturato diversi anni fa con tecniche e materiali moderni, il convento è oggi inutilizzabile, a causa del mancato completamento delle opere di consolidamento strutturale. La creazione del nuovo museo all’interno dell’antico edificio garantirebbe una rivalorizzazione dello stesso, attraverso una riconversione in termini di utilizzo.

 

Il 24 novembre scorso, la Commissione Risanamento Centri Storici di Ragusa, presieduta dal Vice-Sindaco Giovanni Cosentini, ha esaminato con attenzione l’ambizioso progetto redatto da uno studio londinese, in collaborazione con lo studio ragusano del Dott. Cosentini, l’Università degli Studi di Palermo e la Soprintendenza ai Beni Culturali di Ragusa. Il 1 dicembre, durante una seconda seduta di confronto, la proposta di progetto è stato approvata in fase preliminare, con delle clausole restrittive piuttosto rigide.

 

L’architetto Elena Azzone, membro della suddetta Commissione, ha commentato in maniera negativa la volontà di modificare la proposta originaria, limitando scelte metodologiche di intervento che avrebbero potuto cambiare il volto del monastero, così da renderlo accattivante non solo per il suo contenuto, ma anche per la sue stesse caratteristiche architettoniche. Già in occasione del primo incontro, la Commissione aveva sollevato delle remore sull’utilizzo del Corten per rifasciare alcune parti esterne dell’edificio, ma Elena Azzone, insieme ad alcuni colleghi, ha continuato a sostenerne l’opportunità.

 “ L’uso del Corten- dice l’architetto- è coerente con la tipologia di intervento da effettuare. E non è un caso che nel resto d’Europa questo materiale sia utilizzato per interventi di diversa natura ricadenti nei centri storici”.

 

All’indomani di un voto in Commissione, che decreta la vittoria degli oppositori all’utilizzo del Corten, è grande la delusione degli architetti che hanno sperato nella possibilità di realizzare una struttura di forte impatto visivo. Non tarda ad arrivare il commento di Elena Azzone all’esito di questo step intermedio: “Svanisce l’opportunità di cambiare, attraverso un progetto metodologicamente corretto e architettonicamente valente, il volto del convento del Gesù e di dotare la città di un contenitore museale estremamente attraente”.  Nonostante le restrizioni relative all’utilizzo del Corten, stabilite in sede di assemblea, il progetto rimane invariato nella sua essenza.

 

L’idea è quella di organizzare l’edificio, seguendo la suddivisione strutturale già esistente. I quattro piani interrati saranno interamente dedicati alle collezioni permanenti, mentre il piano terra o piano zero sarà riservato a installazioni temporanee. Questa scelta è giudicata positivamente da Elena Azzone. “ In questo modo- dice l’architetto- il museo diventa dinamico, capace di ospitare numerosi eventi importanti nei diversi periodi dell’anno”. E’ assolutamente condivisibile la visione dell’architetto, che con grande lungimiranza, percepisce le potenzialità della sintesi fra eventi cuturali e sistema museale.

 Il nuovo Museo Archeologico di Ragusa si prospetta come un progetto sperimentale teso a unire in maniera efficace e coerente passato e presente, senza mai trascurarne le singole peculiarità. Epoche differenti si incontrano e si mescolano: il risultato è una struttura suggestiva, nel cuore della splendida Ibla, che, nel raccontare la sua storia, porta in grembo l’antichità greco-romana e non solo. E così la contemporaneità abbraccia l’arte barocca, che, a sua volta, ci restituisce il passato più remoto.

 

Non ci resta che attendere il prosieguo di questa lunga avventura, sperando nell’attuazione concreta di un progetto che si profila come vantaggioso, sia per la salvaguardia culturale del nostro patrimonio, sia per la crescita dell’ economia locale. L’archeologia, infatti, non è un prodotto culturale fine a se stesso, ma è alla base di una delle industrie culturali più importanti per il nostro paese: il turismo.

 

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