TRAFORMAZIONE AGRARIA DEL TERRITORIO IBLEO

La tematica che ci accingiamo a trattare è tanto lontana dal pensiero comune che il lettore la riterrà mera follia. Ciò malgrado vogliamo esporla. Sarà il mercato di libera concorrenza a smentirla o a convalidarla. Affichè la nostra ipotesi produttiva possa realizzarsi non occorre alcuna attività amministrativa pubblica; sarà il mercato che la suggellerà o meno.

Noi riteniamo che nei prossimi anni gli altipiani di Ragusa e di Modica diventeranno sotto l’aspetto agrario molto simile alla  pianura Padana. L’entroterra del nostro territorio costiero dovrà avere necessariamente una riconversione agraria. Per legge socio economica i  nostri dirimpettai nord africani, oggi immigrati nel nostro territorio, in un futuro molto prossimo cesseranno il loro ruolo di manovalanza del settore agricolo e diventeranno, tutti o quasi, piccoli imprenditori.

Il fenomeno, anche se in una fase iniziale, è già presente nel nostro turritorio. Questi imprenditori, quando si renderanno conto che la stessa produzione è possibile anche nella propria patria, ritorneranno nel  loro paese di origine e produrranno gli stessi ortaggi   del nostro territorio ad un costo di gran lunga inferiore di qello della provincia iblea. Evidentemente il minor costo di produzione determinerà un minor  prezzo dei prodotti che invaderanno i mercati di consumo di tutta Europa, se non di tutto il pianeta. E’ fin troppo chiaro che le colture protette di ortaggi saranno antieco nomiche e non saranno più praticate. Questi terreni che hanno avuto un altissimo reddito che fine faranno?. A nostro avviso la fascia costiera, non prestandosi ad altro tipo di colture, continuerà con quella degli ortaggi, condotta in forma protetta e detta produzione servirà per un consumo interno. L’entroterra dovrà ne cessariamente subire una riconversione.

Gli agricoltori che agli inizi degli anni ’60 diedero il via a queste coltivazioni in forma protetta furono, per quel tempo, degli imprenditori molto illuminati. Un’uguale elasticità mentale si richiede a detti imprenditori agricoli per attuare questa riconversione agraria che nel giro di qualche anno sarà inevitabile.

 

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