TRA LONDRA E DUBAI I PROGETTI DEI NUOVI TALENTI IN MOSTRA A PALAZZO GRIMALDI

Siciliano è  bello. Anche per l’architettura. La “new wave” isolana esporta i propri lavori anche all’estero, a Londra, a New York, perfino negli Emirati Arabi Uniti, con risultati sorprendenti. Lo ha detto il critico d’architettura Luigi Prestinenza Puglisi, professore all’Università La Sapienza di Roma, intervenendo al quinto appuntamento de “La Primavera dell’Architettura”, promosso dall’Ordine degli architetti della provincia di Ragusa, dalla Fondazione Arch. e dalla commissione Focus Cultura, e tenutosi ieri sera a Modica, nell’impareggiabile cornice di palazzo Grimaldi. “Giovani architetti, esperienze internazionali a confronto”, questo il tema del convegno, a cui ha partecipato anche il soprintendente di Ragusa, Vera Greco, ha consentito l’interazione tra tre dei principali studi siciliani (Claudio Lucchesi del gruppo transnazionale Ufo, Mario Cottone e Gregorio Indelicato dello studio Cottone+Indelicato Architects e Ernesto Mistretta capo progetto dello studio francese Ateliers Jean Nouvel) che hanno esposto le loro opere a palazzo Grimaldi, mostra che potrà essere visitata sino al 25 giugno. “In questo momento in Sicilia ci sono diversi architetti interessanti – ha aggiunto Prestinenza Puglisi – ma poche opportunità. Ed è un peccato perché questi professionisti trovano riconoscimenti all’estero, vincono concorsi internazionali, vengono chiamati alle biennali. Un altro fenomeno strano, positivo ma allo stesso tempo inquietante, è che ci sono in Sicilia molte scuola di architettura che producono tantissimi talenti senza sbocchi occupazionali che trovano, invece, lavorando all’estero.

C’è una immigrazione di cervelli che deve far riflettere. Ogni tanto, inoltre, questi ragazzi decidono di tornare e arricchiscono la nostra terra con un patrimonio di idee che acquisiscono all’estero. Il guaio è che quando tornano con grandi energie, grandi voglie di fare e un talento che vogliono mettere al servizio della collettività, incontrano una quantità enorme di frustrazioni”.Franco Porto, presidente dell’istituto nazionale Architettura in Sicilia, ha chiarito che il fenomeno va seguito con attenzione soprattutto perché i progetti esposti a palazzo Grimaldi rappresentano le eccellenze dell’architettura contemporanea nella nostra isola. “Sono architetti che hanno capito che bisognava affermarsi – ha sottolineato – attraverso un’esperienza esterna. Qui, lo ribadisco, le occasioni non sono tante”. “I siciliani hanno tanto dentro – ha chiarito Cottone – che mettono all’opera nei vari campi in cui operano. Essendo “schiavi” di questa terra che non ci mette le ali, abbiamo tanta voglia di fare tanto. E lo facciamo quando possiamo. Lo svantaggio si trasforma in vantaggio. Ci fornisce la forza per fare meglio”. Claudio Lucchesi ha consigliato “a tutti di scappare all’estero. L’Università, in Italia, è rimasta indietro. Ho conosciuto, a Londra, colleghi con cui, sin dal 1995, quando internet era agli albori, lavoriamo in rete. Per comprendere l’architettura contemporanea è indispensabile andare fuori”.Gaetano Manganello, presidente della commissione Focus Cultura, che ha moderato, assieme a Laura Baragiola, i lavori, ha sottolineato, in apertura, che la necessità di mettere a confronto giovani architetti con esperienze internazionali differenti è nata dal fatto di comprendere sino a che punto l’architettura può migliorare l’ambiente in cui viviamo.

“Ci sono giovani e meno giovani che, in Sicilia, si stanno muovendo – ha spiegato Manganello – per portare avanti l’architettura di qualità. E il nostro Ordine, a livello provinciale, si sta impegnando proprio in questo senso, far crescere e promuovere l’architettura di qualità”. Manganello e Baragiola, assieme a Giuseppe Gurrieri e Stefania Cassarino, hanno eseguito il progetto di allestimento a palazzo Grimaldi mentre Giorgio Criscione è stato l’autore del visual design. Il convegno è stato caratterizzato anche dal reading dell’attore modicano Marcello Sarta sul tema “L’occhio dell’architetto” su pagine tratte, tra l’altro, dagli scritti di Le Corbusier. 

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