TORNARE PRESTO ALLA NORMALITA’ PER L’ACQUA OPOTABILE

 

L’emergenza idrica che sta interessando parte della città di Ragusa, a seguito della chiusura di due pozzi, è fonte di seria preoccupazione per l’intera comunità causando, in particolar modo, serissime difficoltà, specie nella zona di Ragusa Sud, a circa 18/20.000 persone, costringendo le famiglie ad affrontare un costo notevole, a volte insostenibile; basti pensare alla situazione economico finanziaria delle famiglie monoreddito e degli anziani che vivono con la pensione minima.

In questo periodo di emergenza l’Amministrazione Comunale e le altre Istituzioni interessate, hanno provveduto ad approvvigionare le famiglie con mezzi pubblici, coinvolgendo la locale Protezione Civile e i Vigili del Fuoco e affidando a ditte private il servizio. Dopo un primo periodo di generale, e forse prevedibile, ma non giustificabile, confusione, quando si iniziava a gestire l’emergenza con un minimo di organizzazione l’Amministrazione ha ridotto i finanziamenti per i carburanti, non ha rinnovato l’appalto alle ditte private e si è pure trovata con i mezzi di trasporto acqua privi della manutenzione. Ciò ha portato alla riduzione del servizio, che oggi conta solo quattro unità mobili da 4000 litri ciascuna, insufficienti a soddisfare il fabbisogno dei cittadini entro tempi ragionevoli.

L’acqua, in quanto bene primario, deve essere fornita con continuità, salvo patti speciali; diversamente, la sospensione della somministrazione dell’acqua dà diritto all’utente ad un risarcimento che può essere previsto anche nel contratto stesso. Il Servizio Idrico è un servizio pubblico essenziale e deve garantire l’accesso all’acqua a tutti i cittadini. Ci preme ricordare che le famiglie hanno dovuto sostenere, ed ancora sostengono, una spesa media mensile ben oltre le 100 euro, spesa, che riteniamo, gli debba essere rimborsata.

La notizia di questi giorni circa l’immissione in rete di acqua non potabile ci trova in netto disaccordo; l’acqua potabile, infatti, è una risorsa primaria destinata al consumo umano, permettendo tanto la sopravvivenza degli esseri viventi quanto lo svolgimento di fondamentali

 

attività umane ed è regolata dal D. Lgs. 31/2001 art. 3 specie dove chiarisce che le “Acque destinate al consumo umano devono essere salubri e pulite, non devono contenere microrganismi e parassiti, né altre sostanze, in quantità o concentrazioni tali da rappresentare un potenziale pericolo per la salute umana” .

Eventuali responsabilità conseguenti all’immissione in rete di acqua non potabile non spetta a noi ricercarle; a noi spetta il compito di vigilare nell’interesse dei cittadini e magari suggerire altre soluzioni che a nostro avviso possano aiutare a risolvere il problema nel bene della collettività.

Intendiamo, quindi, ribadire il nostro fermo dissenso verso la decisione di distribuire acqua non potabile per diverse motivazioni, fra le quali:

  • l’immissione porterebbe alla contaminazione sia delle vasche che delle tubature ed una volta risolto il problema dell’approvvigionamento idrico resterebbe il problema, di non facile soluzione, della sanificazione dell’intera rete;
  • non è chiaro se l’acqua non potabile interesserà solo il quartiere di Ragusa Sud o l’intero territorio comunale servito dalla rete idrica; ciò comporterebbe una distribuzione, eventuale, dell’acqua non potabile in tutto il territorio comunale.
  • Si tratterebbe di una manovra a rischio per la salute della popolazione perché non tutti recepirebbero subito e in modo capillare la comunicazione legata alla potabilità dell’acqua; dato il momento di crisi economica che stiamo vivendo sono numerosi i cittadini che utilizzano l’acqua del rubinetto per bere oltre a tutte le attività quotidiane quali la pulizia e l’igiene personale che possono comportare seri pericoli per la salute.

La nostra Associazione, come dimostrato nel corso degli anni, non vuole essere solo critica, ma propositiva suggerendo alcune soluzioni, a nostro avviso praticabili, per il bene della città che proviamo a suggerire:

·         Individuare, in collaborazione con il Genio Civile pozzi privati che per quantità d’acqua erogata possono essere di interesse strategico e da cui attingere dopo averne valutata la fattibilità.

  • L’utilizzare le acque della Diga di Santa Rosalia, che ci risultano essere potabilizzate.
  • L’utilizzare l’intera disponibilità residua del pozzo dell’ASI, che potrebbe garantire una sufficiente risorsa.
  • Monitorare i prezzi al pubblico praticati dai privati e, se il caso, individuare un costo a carico del consumatore e la restante parte a carico dell’Amministrazione.

·        Chiedere l’intervento della Protezione Civile Regionale con i Loro potabilizzatori per la potabilizzare l’acqua di  almeno uno dei due pozzi.

Auspichiamo, pertanto, un Suo autorevole intervento al fine di definire i tempi necessari per tornare alla normalità ed affinché non si dia seguito alla decisione di immettere acqua non potabile nella rete.                                                                                                         

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