Toponomastica e donne: solo le vie dedicate alla Vergine Maria sono le più frequenti, le altre tutte legate a figure maschili

Un grande divario nella rappresentazione di genere all’interno dei toponomi. Molte località portano nomi legati a figure ed eventi maschili, escludendo o marginalizzando le donne in questa narrazione geografica. Questo fenomeno non solo evidenzia una disparità di genere nel linguaggio geografico, ma anche una mancanza di riconoscimento e visibilità per le contribuzioni femminili alla storia e alla cultura italiana.

L’INDAGINE

La ricerca condotta da “Mapping Diversity” nel 2021 su trenta città europee ha rivelato che solo il 9% delle strade intitolate a una persona porta il nome di una donna. Stoccolma è in cima alla classifica con il 19,5% delle strade intitolate a donne, mentre Debrecen ha la percentuale più bassa con il 2,7%. Complessivamente, delle trenta città prese in considerazione, si omaggiano 3.500 donne singole, con la Vergine Maria come nome più frequente, con 365 dediche stradali in 25 delle 30 città. Anche il secondo nome femminile più comune è religioso: Sant’Anna, a cui sono intitolate 35 strade in 19 città diverse.

Esaminare il gap nella toponomastica femminile diventa importante per evidenziare le disuguaglianze persistenti nella società italiana e sollevano importanti questioni riguardanti l’equità di genere e la rappresentazione storica nel contesto nazionale.

La questione è stata dibattuta e affrontata durante un incontro promosso dall’associazione AdessoBasta e Rete 25 novembre dal titolo: “Una strada tutta per sé”.

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