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Tolte le vie dedicate alle Madonne, per le donne…c’è poco da competere
08 Mar 2025 11:03
Sono poche, pochissime le vie delle città italiane intitolate a donne. E Ragusa non fa eccezione. Per questo motivo, in occasione della Giornata Internazionale della Donna, la Consulta Femminile del Comune di Ragusa ha avanzato una richiesta ufficiale al Sindaco Giuseppe Cassì per un intervento sulla toponomastica cittadina, con l’obiettivo di riconoscere e valorizzare il contributo delle donne alla storia e alla società.
Sono tante le tante donne che nei secoli hanno dato un contributo significativo alla cultura, alla scienza, alla politica e al progresso sociale, ma purtroppo restano nell’ombra. Questa disparità rappresenta un vuoto nella memoria collettiva e priva le nuove generazioni di modelli femminili di riferimento.
I DATI: IN PROVINCIA DI RAGUSA I NOMI DELLE STRADE FEMMINILI SONO QUASI TUTTI DI SANTE E MADONNE
D’altra parte, i dati parlano chiaro sulla provincia di Ragusa. In totale, il 43,2% delle strade è intitolata a uomini e solo il 3,35% a donne. Di questa piccola percentuale, la maggior parte è intitolata a Madonne e Sante. Il resto, sono nomi di eventi storici o, come nel caso di Ragusa, di alberi e piante: un intero quartiere costruito negli anni ’70, infatti, porta nomi di vegetali. Ma i dati ci forniscono un quadro ancora più interessante per tutta la provincia di Ragusa. Nel capoluogo, il 38,9% di strade è intitolato a uomini, solo il 3,4% a donne. La percentuale si abbassa ancora di più a Comiso (appena 1,6%), a Ispica (2,7%), Pozzallo (2,9%), Santa Croce (1,9%), Vittoria (2,3%). Particolare il caso di Modica, dove vi è il 3,7% di strade intitolate a donne ma fra queste 19 sono intitolate a Sante. Un caso simile a Scicli, dove il 3,7% delle strade è intitolato a donne, di cui 7 Sante ma che compensa con 12 figure storiche femminili. A Vittoria, che ha il 2,3% di strade intitolate a donne e addirittura il 96,9% a uomini, 3 sono di letterate, 2 di scienziate e 1 a donne dello spettacolo. Chiaramonte ha un buon 6,4% di strade intitolate a donne, ma di queste 4 sono Madonne e 6 Sante.
Per questo motivo, la Consulta Femminile ha proposto di avviare un processo di riequilibrio, individuando spazi pubblici da intitolare a donne che hanno lasciato un segno nella comunità ragusana. Tra le figure suggerite spiccano Itria Sbezzi, nota per il suo impegno nella difesa dei diritti e nel miglioramento delle condizioni sociali della città, e Rina Lugli, punto di riferimento per molte donne lavoratrici e simbolo di tenacia e dedizione alla causa sociale. Accanto a loro, molte altre donne hanno contribuito alla crescita culturale, politica e sociale di Ragusa e meritano di essere ricordate.
Un’attenzione particolare è stata riservata anche alle Madri della Costituzione, le ventuno donne che hanno contribuito alla nascita della Repubblica Italiana e alla stesura della Carta Costituzionale. Dare loro visibilità attraverso la toponomastica significherebbe riconoscere il loro ruolo storico e offrire un messaggio di cittadinanza attiva alle nuove generazioni.
Il Sindaco Giuseppe Cassì ha accolto favorevolmente l’iniziativa, riconoscendone il valore culturale e sociale. “Dare maggiore spazio alle donne nella toponomastica cittadina è un modo concreto per rendere visibile il loro contributo alla storia e alla società, offrendo alle nuove generazioni modelli femminili di riferimento”, ha dichiarato. Tuttavia, ha precisato che attualmente non vi sono nuove vie da intitolare, ma ha assicurato l’impegno dell’Amministrazione a garantire maggiore spazio alla toponomastica femminile non appena possibile. La presidente della Consulta, Gianna Miceli, ci spiega: “Per recuperare questo gap chissà quanto tempo ci vorrà. Il processo è lento, molto più lento del previsto, ma intitolare una via a una donna che ha avuto un peso nella storia o nella società civile è un modo per avere un modello di riferimento che non sia solo maschile”.
La Consulta Femminile ha preso atto della risposta del Sindaco, sottolineando però che le parole devono tradursi in azioni concrete. A tal proposito, la Consulta ha suggerito al Sindaco di considerare la possibilità di intitolare non solo vie e piazze, ma anche edifici, aule, sale e altri luoghi pubblici a donne che hanno lasciato un segno nella comunità. Dare visibilità alle donne significa riconoscerne il valore, il coraggio e il contributo alla società. Non basta ricordarle: bisogna renderle presenti.
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