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Terra Matta, il romanzo dello scrittore analfabeta Vincenzo Rabito, diventa un film internazionale. E a breve uscirà un nuovo testo
18 Gen 2021 09:48
“Terra Matta”, il romanzo dello scrittore analfabeta Vincenzo Rabito, originario di Chiaramonte Gulfi e che ha scritto il testo sui dei sacchi di juta mentre andava al lavoro nei campi, divenuto un caso letterario internazionale, diventerà presto un film che sarà in buona parte girato proprio nel paese montano e nei luoghi più belli della provincia di Ragusa. Recentemente un’importante casa produttrice cinematografica italo-americana, con sedi a Milano e Los Angeles, a contattare Einaudi per l’acquisto dei diritti sul libro. Lo rivela il figlio Giovanni Rabito, che abita a Sidney, in un articolo online. Tra le novità annunciate anche la pubblicazione di un secondo romanzo inedito di Rabito. E così dopo il docufilm Terramatta. Il Novecento italiano di Vincenzo Rabito”, soggetto e sceneggiatura di Chiara Ottaviano e Costanza Quatriglio, la storia di Rabito sarà raccontata in una nuova pellicola.
“Un paio di novità su Vincenzo Rabito scrittore analfabeta che è evidentemente una ‘contradictio in adiecto’ come direbbe qualche persona colta. Eppure la frase si adatta perfettamente al caso di mio padre, che era ‘inafabeto’ perché in una scuola elementare, ad apprendere numeri e alfabeto, non aveva mai messo piede in vita sua, o quantomeno non in età scolare, e tuttavia scrittore è diventato – racconta il figlio Giovanni sul blog Oltreimuri – In tanti forse ancora si chiedono: ma cos’è che lo rende cosi interessante? Quella scrittura inventata, mezzo italiano-fantastico e mezzo siculo-chiaramontano? O la vita ‘troppo malatratata e troppo desprezata’ di Vincenzo Rabito?
Tutte e due gli aspetti, direi, vi giocano un ruolo determinante, con in più il fattore ‘storia’ a fare da moltiplicatore, dal momento che le vicende esistenziali del protagonista s’intrecciano intimamente con quelle della ‘Storia d’Italia’ con la ‘S’ maiuscola: la prima guerra mondiale, il fascismo nelle colonie africane dell’impero, l’entrata degli americani in Sicilia, ‘la bella ebica’ degli anni ’60 e via discorrendo”.
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