TEATRO DELLA CONCORDIA DI RAGUSA TRA MEMORABILE STORIA E DEGRADO

Ora, che sto pubblicando la mia ricerca sul teatro della Concordia di circa quindici anni fa…: storia di una città agraria, o meglio di una borghesia agraria come quella ragusana, di architettura, di spettacoli e prime donne che sono passate dal palcoscenico, di famiglie che permisero nel loro essere illuminate alla cultura e altro, oltre ai sindaci che si sono avvicendati al Comune di Ragusa, storia del passaggio dal 1840 ai giorni nostri dagli albori del Risorgimento al fascismo, alla democrazia,e così via, mi chiedo perchè ci sono stati ritardi nel ripristino di una memoria del territorio?

Certamente, oggi, l’attuale amministrazione e le passate non sono state mai così sensibili alla cultura. Forse, i mezzi economici non l’hanno permesso, ma ci si chiede perchè 500.000 euro del budget della legge su Ibla, impegnati per il sociale in tutta la Sicilia con ricaduta non certamente nel nostro territorio, non riversarli sulla riattivazione del Teatro. Se impegnati nel teatro, quei soldi avrebbero potuto apporre un mattone per riattivarlo, al di là delle sterili polemiche se è giusto riaprirlo, o farne uno nuovo.

La verità è che la cultura è un fiore all’occhiello di tutti i politici, l’essenziale è che questa dia immagine ma non crei problemi, anche nei bilanci. Non è questione di continuare o no l’operato dei sindaci o del sindaco precedente, come dice qualcuno dei consiglieri, ma mettere in atto, realizzare un’opera della memoria per il Bene Comune, per una città che langue nell’indifferenza culturale e nell’assenza di cultura, relegata alle Fondazioni, alle Associazioni, alle Compagnie teatrali, che si rivolgono anche ai giovani, agli uomini di cultura, che vengono chiamati in causa solo se servono ai fini politici,poi lasciati nell’oblio, come Dante diceva nella sua immemorabile opera.

Quanto costerebbe fare un nuovo teatro, vero, funzionale? Quanto costerebbe riattivare questo? Il processo di riattivazione, il progetto già in fieri, che cosa comportano? Insomma, la storia è un optional o è memoria?

In breve, si nota, oggi come ieri, un’assenza di politica culturale seria, vera nella città di Ragusa, come altrove. Qui sta il problema.

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