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Tari errata in molti Comuni italiani, Lab 2.0 chiede chiarezza, Comune dice tutto ok
15 Nov 2017 19:19
In questi giorni è emerso da notizie di stampa che il 10% dei comuni italiani abbia applicato in maniera errata la TARI da far pagare ai propri cittadini. A quanto pare, l’errore commesso riguarderebbe l’applicazione della quota variabile che applicata anche alle pertinenze, porterebbe, in taluni casi, a ricevere bollette anche doppie rispetto a quanto dovuto. Dichiara Livio Tumino, vice presidente del Laboratorio politico 2.0: “Abbiamo provato a contattare direttamente gli uffici del Comune di Ragusa per capire se anche il nostro rientra in quel 10% dichiarato dal Ministero competente, tuttavia non siamo riusciti ad ottenere alcuna risposta in merito. Tengo a precisare – continua – che questa faccenda non può e non deve essere strumentalizzata da nessuno in quanto era molto facile commettere questo errore interpretativo, prova ne è che anche comuni più grossi e strutturati come Milano, Genova, Napoli e tantissimi altri, anche del Sud Italia hanno sbagliato. Ci interessa, piuttosto, conoscere la verità in maniera ufficiale”. “Chiediamo quindi all’ assessore Martorana – conclude l’esponente del Lab 2.0 – che venga fatta luce sul caso e che relazioni pubblicamente in merito, nonché, qualora anche Ragusa si ritrovi nelle condizioni di avere applicato erroneamente la tariffa, di predisporre una via breve e preferenziale attraverso la quale i cittadini possano richiedere il rimborso di quanto indebitamente versato”.
Il Comune ha prontamente risposto alla richiesta e dice che è tutto ok.
Sulla questione della TARI errata che sarebbe stata fatta pagare da alcuni comuni italiani sulla base di calcoli sbagliati e del cui problema se ne è occupata in questi giorni la stampa, il Comune di Ragusa conferma la legittimità delle bollette emesse e chiarisce che le modalità applicative del tributo sono state corrette. Il Settore Tributi del Comune specifica infatti che in presenza di un’abitazione principale e di una pertinenza, autonomamente accatastata, la quota variabile (cioè quella collegata al numero dei componenti) è unica e viene fatta pagare solo sull’abitazione e non sulla pertinenza.
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