TAR: Infondate le eccezioni dei ricorsi presentati contro le modifiche al regolamento edilizio per la riduzione del consumo idrico approvate dal Consiglio Comunale di Ragusa

Il TAR di Catania (sez. terza) con sentenza pubblicata il 11/3/2020 ha ritenuto infondate le eccezioni dei ricorsi presentati contro le modifiche al regolamento edilizio, per la riduzione del consumo idrico, approvate dal Consiglio Comunale con deliberazione n. 77 del 12/11/2015.

L’approvazione del Consiglio fu la conclusione del lungo iter di iniziativa consiliare dell’allora Presidente del Consiglio Comunale Giovanni Iacono con la quale si introdussero nel regolamento edilizio, per tutte le nuove costruzioni e le ristrutturazioni, l’obbligo dei contatori individuali per la contabilizzazione individuale, l’adozione di dispositivi per la regolazione del flusso di acqua nelle cassette di scarico e l’uso dei riduttori di flusso per rubinetti e docce; il riutilizzo delle acque grige, l’utilizzo delle acque piovane e per le zone non servite da fognatura, la realizzazione di sistemi di depurazione delle acque tramite fitodepurazione.

“Il TAR, nel giudizio di merito – dichiara Giovanni Iacono – riconosce piena legittimità della procedura seguita ed adottata dal sottoscritto, allora Presidente del Consiglio Comunale nella veste di promotore dell’iniziativa consiliare, riconoscendo che l’efficacia normativa del regolamento edilizio non è dalla data della relativa approvazione regionale (che peraltro approvò le modifiche del Comune di Ragusa integralmente senza alcuna modifica) ma inizia a decorrere dalla data in cui si è compiuto il termine di affissione nell’albo del Comune della delibera di adozione da parte del Consiglio Comunale. Pertanto l’efficacia delle misure è fin dall’origine e non dopo anni. La delibera fu pubblicata dal 7 dicembre 2015 al 22 dicembre 2015.

“Un giusto riconoscimento alla città di Ragusa da parte dei Magistrati amministrativi aggiunge ancora Giovanni Iacono, oggi assessore della Giunta Cassì; desidero ringraziare sia il Consiglio Comunale che approvò l’atto, sia l’avvocatura del Comune e l’avvocatura distrettuale di Stato per conto della Regione che hanno difeso, brillantemente, le ragioni dell’iniziativa consiliare che è diventata un modello per altri Comuni in tema di misure tese al contenimento del consumo di acqua potabile. Basti pensare che ogni giorno in media consumiamo 50 litri di acqua per lavarci, 6 per cucinare e bere, 7 per lavare i piatti e fare pulizie, 32 per fare il bucato, 36 per il water. Con le misure introdotte nel 2015 buona parte di questo spreco viene recuperato.”

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