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SUSINO (PRUNUS DOMESTICA)
10 Ott 2013 05:48
Si moltiplica per seme, polloni, o anche per innesto. Teme molto le gelate primaverili e il vento. Ha fiori bianchi che sbocciano a marzo o aprile, mentre i frutti sono drupe sferiche, ovoidi o allungate che vanno dal blu scuro al giallo. Il nocciolo è compresso, ovale-rotondo o ellittico.
Il susino è il nome comune del prunus domestica, e chiamato anche prugno. È originario dell’Europa e dell’Asia Minore. Pianta rustica si adatta a qualunque tipo di terreno anche se lo preferisce ben drenato e profondo, ed è intensamente coltivata.
Come altri semi amari anche quelli del susino, se ingeriti, possono dar luogo a sintomi di avvelenamento.
È anche una pianta officinale. Di essa si usano i frutti, la corteccia e anche le foglie.
I frutti si raccolgono man mano che maturano, dall’estate all’autunno, secondo la varietà; la corteccia dei rami giovani a primavera quando la pianta comincia a vegetare; le foglie a primavera inoltrata.
Per quanto riguarda la conservazione: i frutti con l’essicazione al sole o in forno, sia interi che divisi a metà, conservati poi in recipienti a buona chiusura; la corteccia si essicca al sole e si conserva al riparo dall’umidità e dalla polvere, in sacchetti o scatole; le foglie si essiccano all’ombra e si conservano in sacchetti di carta.
Le proprietà terapeutiche sono svariate a seconda della parte della pianta si usa.
Le prugne, oltre che alimento, sono un eccellente lassativo. Il grande Jean Velnet gli attribuisce anche proprietà di stimolante nervoso e disintossicante. Per questo famoso fitoterapeuta le peculiarità lassative del frutto sono secondarie, infatti ne sottolinea e raccomanda l’impiego nell’astenia, nel superlavoro, nell’arteriosclerosi, e nelle intossicazioni alimentari. Per quanto riguarda il frutto secco è consigliato quale blando lassativo, ma efficace anche in caso di stipsi ostinata. Considerate anche ottimo alimento soprattutto per le persone debilitate e gli anziani, i convalescenti e i bambini. Sono curative per calmare la tosse, fluidificare il catarro bronchiale e ne favorisce l’espettorazione. Ha anche proprietà diuretiche (soprattutto se fresche) oltre a svolgere una notevole azione stomachica (stimola l’appetito).
La corteccia è astringente ed è anche impiegata come febbrifugo nei casi di febbricole per malattie da raffreddamento.
Le foglie vengono impiegate, alle volte, per frenare il vomito o per stimolare la diuresi. Sono usate anche come potente vermifugo.
Dalla loro fermentazione si ottiene un’acquavite, lo sliwowitz.
Curiosità: Un tempo il pruno selvatico, secondo le credenze popolari, i suoi fiori e le sue spine simboleggiavano bellezza e protezione; vita e morte; luce e ombra. Durante l’era cristiana, intorno a questa pianta si creò un’immagine molto negativa e divenne l’albero delle streghe. In Polonia, invece, si pensava che proteggesse da queste creature e dai demoni e si racconta la leggenda che una notte Dio fece piovere fiori bianchi sopra il pruno come segno della sua innocenza.
Data la sua natura, crea barriere impenetrabili che proteggono e vi si rifugiano uccelli e altri animali selvatici. Sta quindi a significare l’importanza di rispettare i confini, anche nel giudicare gli altri.
di Adelina Valcanover
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